L’amore è una realtà meravigliosa,

è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!

(Benedetto XVI)



sabato 31 maggio 2014

Come so se ciò che provo è vero amore?

Una guida per conoscere le tappe dell'innamoramento e distinguere i veri sentimenti

È molto facile confondere l'amore con i sentimenti di compiacimento e fascino che una persona suscita in noi e finire così per fare promesse e donazioni d'amore quando non siamo ancora pronti.

Per fortuna, varie scienze moderne come la psicologia e perfino la biochimica vanno oggi incontro agli innamorati per aiutarli a chiarire i propri sentimenti. Sulla base di questi dati, possiamo quindi dire fin da subito che l'amore a prima vista non esiste. Ogni rapporto di coppia, trattandosi dell'incontro tra due persone, passa per tappe distinte fino ad arrivare, a volte, all'amore.

Il desiderio umano d’amore (senza amore si muore?). All you need is love!

Chi è l’uomo? Cosa definisce e caratterizza un essere umano? L’uomo capace di viaggiare nello spazio e di sapere sempre più come è fatto l’universo, capace di sondare gli abissi degli oceani o di ammirare la struttura molecolare di una cellula, capace di meraviglie tecniche sempre più sofisticate, continua a domandarsi, senza sapersi dare risposte esaurienti, chi sia lui stesso.
L’antropologia, la psicologia e anche la filosofia concordano che l’uomo è un soggetto autocosciente nel quale sono riscontrabili tre dimensioni strettamente connesse tra loro: quella fisica, quella psico-affettiva e quella spirituale. L’uomo è la sintesi delle relazioni umane che ha vissuto e vive: solo di fronte a un tu può dire “io”. Per questo la realtà fondamentale della persona umana è l’amore, l’amare e l’essere amato. Il nuovo principio antropologico non è più il cartesiano “penso dunque sono”, ma “amo dunque sono”.
Molti studi sui bambini che hanno carenze di affetto materno o da parte di chi si prende cura di loro hanno mostrato come questi bambini ritardano nella crescita e provano danni irreversibili nell'aspetto motorio, affettivo, del linguaggio e dello sviluppo intellettuale.

giovedì 29 maggio 2014

L’amore liquido

L’espressione “amore liquido”, divenuta presto famosa, è del grande sociologo polacco Bauman[1]. Nei suoi ultimi lavori, Bauman ha inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida, categorie che traducono la perdita di certezze e punti di riferimento stabili dell’uomo odierno (da cui l’essere liquido) rispetto all’uomo del passato che viveva in una sostanziale solidità di rapporti e punti di riferimento.
La nozione di Bauman di «società liquida» fu citata anche da Benedetto XVI. È una società dove non ci sono più relazioni solide, stabili, ma tutto è effimero e tutto si cambia. La maggioranza cambia lavoro, casa, città più e più volte nella vita, e perfino nel calcio i giocatori «bandiera» che passano tutta la carriera nella stessa squadra sono una specie in via di estinzione. Le statistiche ci dicono che in Occidente più della metà delle persone cambia anche marito o moglie, non perché resta vedovo ma perché divorzia. Quanto ai molti che non si sposano - la maggioranza in diversi Paesi - cambiano compagno e compagna ancora più spesso. Anche l'amore è diventato «liquido», sostiene Bauman: «perché dovrei continuare a tenermi lo stesso partner quando ho già cambiato tre telefonini?». «Ciò che prima era considerata eresia del libertinismo, piuttosto che disturbo sessuale o perversione, ora diventa la norma culturale con l'autosufficienza dell'erotismo, ovvero con la libertà di cercare il piacere sessuale fine a se stesso»[2].

mercoledì 28 maggio 2014

Sessualità e piacere

La sessualità è evidentemente connessa con il piacere, ma il piacere stesso è difficile da definire. È piacere l’estasi di fronte ad un capolavoro artistico, è piacere il grido che accompagna il gol della squadra del cuore, è piacere l’acqua che scorre nella gola dell’assetato; piacere è divertimento, esaltazione, serenità, distensione, interesse, soddisfazione, godimento, benessere, euforia, gioia, allegria, sollievo, compiacimento.
Non c’è area dell’esistenza umana che non possa diventare occasione di piacere e sembra che tutti i più diversi piaceri (fisici, estetici, spirituali, intellettuali, etici) abbiano una comune profondissima radice: il piacere di esistere, di esserci, di vivere, di essere se stessi. La depressione è la malattia che spegne questa radice di tutti i piaceri e trasforma l’esistenza in un peso insopportabile.

lunedì 26 maggio 2014

Gender o identità sessuale

Il termine “gender” non è più sinonimo di identità sessuale, ma viene invece utilizzato in modo distinto dal termine “sesso” . Ciò esprime l’idea, oggi diffusa, che l’identità sessuale di una persona può essere differente - se non addirittura opposta - da quella che ha per natura (sesso).
Ciò che sta a monte di tale mentalità è un concetto profondamente sbagliato di antropologia, dove il corpo umano non è parte essenziale e integrale dell’identità personale di un individuo. La conseguenza di una tale concezione frammentata di uomo, fa sì che possa essere ritenuto normale che l'identità sessuale e il sesso definito oggettivamente (biologicamente) dal corpo non coincidano.
L'antropologia - cioè la concezione dell'uomo - sostenuta dalla Chiesa, vede invece l'uomo come un tutt'uno: è un’ antropologia “integrata”, dove cioè l’identità personale si identifica con l'anima e con il corpo, il quale ha una propria dignità e valore. L’identità sessuale (il cosiddetto gender) è quindi legata al corpo così come oggettivamente (biologicamente) strutturato e definito.
Educare alle differenze

venerdì 23 maggio 2014

SAPER AMARE (preghiera)

Le persone che sanno amare sono quelle che rendono bello il mondo.
Non sono gli scienziati, gli economisti, i politici, le persone che contano di più:
le persone più importanti della terra sono le persone profondamente buone.

Perché sono loro che sanno dare alla gente quello di cui la gente ha più bisogno: la bontà.
Chi porta bontà comunica pace, sicurezza, forza, perché comunica Dio.

Abbiamo bisogno di tante cose: di salute, di pane, di lavoro, di tranquillità, di pace,
ma più di tutto abbiamo bisogno di bontà, di gente che alzi il livello di bontà sulla terra,
che trasmetta amore, perché abbiamo bisogno di Dio. Coi soldi, si dice, si fa tutto. Non è vero! Le cose più importanti non si comprano con i soldi! Invece è vero che con l’amore si ottiene tutto, anche i cuori di pietra non resistono davanti a una persona profondamente buona, capace di amare, perché l’amore è la potenza di Dio sulla terra.

Abbiamo bisogno di gente che insegni ad amare. Non ci vogliono lauree per insegnare ad amare, basta amare! Anche l’analfabeta può essere maestro e può insegnare.

giovedì 22 maggio 2014

Amicizia e amore

Carlo Molari
amiciziamolari
L'amicizia è una di quelle parole che ciascuno usa secondo la propria esperienza. Ma come di tutte le cose preziose, anche dell'amicizia circolano molti falsi, spesso inconsapevoli.
Prima di essere un rapporto, l'amicizia è un atteggiamento interiore, è un modo di essere persone, è una maniera di incontrare altri. Quando, crescendo, una persona avverte l'esigenza di allargare i suoi rapporti, porta dentro di sé una sete profonda dí possesso, una cronica insufficienza vitale. Sicché i primi rapporti che stabilisce sono caratterizzati da una tipica esigenza di disporre degli altri a proprio favore. Non sa ancora dire: io ti voglio bene, ma solamente: io ti voglio.
La differenza non è secondaria, anzi è molto profonda. Chi dice « io ti voglio » o « tu sei mio », dichiara una volontà di possesso distante dall'amicizia come la brezza dell'alba nelle montagne lo è dall'asfissiante caldo dei tropici. Solamente chi sa dire realmente « io ti voglio bene », cioè voglio per te un bene che ancora non possiedi, ed è disposto a offrire il suo tempo, le sue conoscenze, il suo impegno, la sua vita perché possa acquisirlo, solamente costui sa percorrere i sentieri dell'amicizia.

mercoledì 21 maggio 2014

Infatuazione, innamoramento e amore

“La cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l’amore”[1]
 
Prima di introdurci nell’ esperienza dell’amore così come è vissuta nel mondo odierno, sarà utile chiarire la differenza tra alcune realtà che confondiamo con l’amore, in particolare l’infatuazione e l’innamoramento, tappe preliminari che possono portare ad una storia d’amore.
La prima fase che solitamente ci spinge verso una persona è quella dell’infatuazione, in cui ci prendiamo la cosiddetta cotta per qualcuno. Nell’infatuazione manca ancora una reale conoscenza dell’altro, dei suoi interessi, dei suoi gusti, del suo modo di essere, dei suoi progetti, della sua visione della vita. Probabilmente con l’infatuazione non si ama qualcuno ma “qualcosa”: ci attrae un insieme di qualità piuttosto che una persona concreta con i suoi pregi e soprattutto i suoi limiti. L’infatuazione e l’attrazione così come nascono con molta facilità, altrettanto facilmente scompaiono.

domenica 18 maggio 2014

Amare anche con l'istinto

Non tutto ciò che è istintivo è negativo, così come non tutto ciò che è spirituale è positivo


Abbiamo la tendenza a considerare positivo tutto ciò che ha a che vedere con lo spirito, e riteniamo negativo quello che è collegato alla carne.

Ci sono persone esperte nel rendere soprannaturale tutto ciò che avviene loro. Quando non sanno far fronte al proprio mondo interiore, al loro amore istintivo, al caos dell'anima, portano tutto nel campo spirituale, nel tentativo di riprendere il controllo sulla propria vita. Dicono che la sola soluzione è pregare, per risolvere tutto.

venerdì 16 maggio 2014

L’eros senza agape e l’agape senza eros (ovvero il corpo senza anima e l’anima senza corpo)

Il mondo moderno, secondo una efficace definizione di p. Raniero Cantalamessa, conosce sempre più un eros senza agape, ovvero:
un amore romantico, più spesso passionale, fino alla violenza. Un amore di conquista che riduce fatalmente l’altro a oggetto del proprio piacere e ignora ogni dimensione di sacrificio, di fedeltà e di donazione di sé. Non occorre insistere nella descrizione di questo amore perché si tratta di una realtà che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi, propagandata com’è in maniera martellante da romanzi, film, fiction televisive, internet, riviste cosiddette “rosa”. È quello che il linguaggio comune intende, ormai, con la parola “amore” [1].
Freud ha dato una spinta notevole a questa linea, riducendo l’amore a eros e l’eros a libido, a pura pulsione sessuale. Da qui deriva anche la connessione classica tra eros e thanatos, tra amore e morte[2]. L’amore che per sua natura dovrebbe portare alla vita, porta invece ormai alla morte.

giovedì 15 maggio 2014

L’amore “platonico”

L’amore platonico è il modo in cui comunemente si definisce una forma di amore sublimata, che esclude la dimensione sessuale e passionale.
Questa formula in realtà scaturisce da un contesto filosofico in cui l'amore, inteso come moto dell'animo e non come forma di relazione, viene interpretato come impulso al trascendimento della realtà sensibile, del mondo delle apparenze, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto, permettendo così all'uomo di ricongiungersi con il divino.
Questa locuzione prende il nome dalla teorizzazione dell'amore che Platone fa nei suoi dialoghi. Nel Simposio Socrate, ispirato da Diotima, parla di Eros come di un demone figlio di Poros e Penia. Pòros, l'espediente, aveva fatto innamorare Penìa, ossia la povertà che genera bisogno. Approfittando di un momento di ubriachezza di Pòros, Penìa giace con lui e dalla loro unione nasce Eros, l'amore. Il mito mette in luce come Eros, la forza che fa andare avanti il mondo, abbia una natura ambivalente, che partendo dall'amore delle forme, che porta alla procreazione e alla continuazione della specie umana, lo fa arrivare all'amore della conoscenza (letteralmente: "filosofia").

mercoledì 14 maggio 2014

L'amore è un po' come andare in montagna

L'amore è un po' come andare in montagna. Non con la funivia, ma scarpinando lungo i sentieri, le piste, le pietraie, i ghiacciai, le pareti. Non è facile spiegare la gioia che si prova in questa fatica che apre a paesaggi di sogno. LA FATICA NON ELIMINA LA GIOIA, E LA GIOIA NON ELIMINA LA FATICA, MA LA TRASFIGURA.

p. Giordano Muraro sj

martedì 13 maggio 2014

Eros, philia e agape

L’esperienza umana dell’amore è sicuramente centrale e insieme ambigua. La parola stessa offre una gamma talmente varia di accezioni da richiedere distinzioni e chiarimenti continui. Per questo la teologia prende in prestito dall’antica cultura greca la triplice espressione dell’amore distinta in Eros, Filia e Agape.
L’eros (da cui amore erotico) indica l’amore passionale, l’attrazione erotica tra un uomo e una donna, il desiderio di possedere l’altro/a. Nella Bibbia viene narrato in particolare nel Cantico dei Cantici: “Forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma viva” (Cant. 8,6). E’ assente nel Nuovo Testamento.

lunedì 12 maggio 2014

Amor sacro e amor profano del Tiziano

Primo errore: identificare nella tela di Tiziano l’amore carnale con la donna nuda e l’amore spirituale con la donna vestita.
Secondo e più grave errore: vedere le due donne della tela come due antagoniste, quasi che Tiziano e la sua epoca volessero contrapporre un amore carnale ad uno spirituale.
Tutto conduce invece nella direzione opposta. Le donne, con lo stesso volto, sono la Venere spirituale ignuda e la Venere  - o la Laura Bagarotto – terrena vestita. Ma, soprattutto, l’una a fianco dell’altra, con Amore che miscela le acque: vogliono significare che mai si darà vero amore che non sia anche spirituale.
Ne l’Amor sacro e amor profano di Tiziano – il titolo è tardivo ed è indice del fraintendimento a cui fu sottoposta l’opera già nel 1693 quando è attestato tale titolo per la prima volta – si manifestano allora i due volti dell’amore fra l’uomo e la donna che, per essere tale, deve non solo toccare i sensi passionali, ma anche i sensi spirituali. Anzi esiste un piacere spirituale che solo conferisce significato al piacere dei corpi.

domenica 11 maggio 2014

Amor sui ... Amor Dei. Amore sacro e amor profano. L’ambiguità della parola amore

L’amore è l’espressione teologica per eccellenza, quella che definisce la realtà di Dio[1], la creazione e il fine di ogni cosa. Eppure l’amore umano, vissuto con grande trasporto, ma sempre con grandi difficoltà, sembra essere oggi un argomento nei confronti del quale Dio ha poco da dire, da insegnare. Un argomento che la Chiesa sembrerebbe guardare con sospetto e diffidenza, tanto da porre in evidenza regole e discipline che appaiono limitare l’esperienza dell’amore.
A sua volta la cultura occidentale che da sempre ha esaltato l’esperienza dell’amore ponendolo al centro di canti, poemi, romanzi, film, dipinti, in genere di ogni espressione artistica, ha acuito l’ambiguità di tale esperienza abusando della parola amore. Si può amare un oggetto (campo in cui la pubblicistica si ingegna ad associare all’acquisto l’idea di passione, di piacere), una persona (con una pluralità di modalità- amicale, fraterno, filiale, passionale…- e senza limiti di età e di sesso). Si può amare un particolare lavoro, una particolare attività (suonare, ascoltare, leggere…).

sabato 10 maggio 2014

L’AMORE

Amore, parola dolce, ma realtà ancora più dolce (…)non c’è cosa migliore che parlare di tale argomento” (S. Agostino[1])

Ma cos’è l’amore? E’ possibile amare? Cosa c’entra Dio con l’amore? Sono alcune delle domande a cui cercheremo di dare risposta in questa prima parte. Un riferimento obbligato sarà l’enciclica «Deus Caritas est» pubblicata nel 2005 da Papa Benedetto XVI in cui ci ha offerto un autentico trattato sul tema. Prima di lui scriveva Giovanni Paolo II:
Non esiste nulla che più dell’amore occupi sulla superficie della vita umana più spazio, e non esiste nulla che più dell’amore sia sconosciuto e misterioso. Divergenza tra quello che si trova sulla superficie e quello che è il mistero dell’amore ecco la fonte del dramma. Questo è uno dei grandi drammi dell’esistenza umana[2].
Quasi a commento di queste parole, Benedetto XVI così presentava la sua prima enciclica:

venerdì 9 maggio 2014

E’ ancora possibile amare? (1)

Al potenziamento dell’intelligenza e delle possibilità conoscitive dell’uomo, non è andato di pari passo il potenziamento della sua capacità d’amore. Così come la rivoluzione sessuale celebrata nel ’68 (ma iniziata molto prima) non pare proprio aver portato gli uomini a sapersi amare di più. Di fronte al moltiplicarsi di separazioni, liti, omicidi a “causa” dell’amore, c’è anche chi si chiede se sia ancora possibile amare. Nel contesto di una società “liquida”, anche l’amore risulta ben poco solido. La libertà sessuale non ha generato maggior gioia di amare, semmai maggiore complessità, maggiori devianze.
La percentuale di chi divorzia dopo un periodo di convivenza è inaspettatamente maggiore di chi non ha prima convissuto. Dove si fonda l’amore? Basta conoscere l’altro? E’ un problema di “oggetto” (“ho capito che non era l’uomo giusto per me”,  “è diventata un’altra persona, non la riconosco più”…) o è un problema di capacità d’amare?

giovedì 8 maggio 2014

Mago Merlino sull'amore



CAMPO ESTIVO PER ADOLESCENTI SULL’AMORE: ALL YOU NEED IS LOVE

1-      LE DOMANDE DELL’AMORE
-          Conosciamoci
-          Il tema: perché l’amore? Cos’è l’amore? Gli oggetti, i soggetti e i verbi dell’amore: un po’ di grammatica non guasta
-          La grammatica dell’amore in immagini (gli strafalcioni dei murales)
-          E’ possibile amare?
-          Basta amare? Ogni amore è amore?
-          L’amore è un arte?
-          Video (l’amore nei cartoni animati?). La conversione della suora ballerina.
Riferimenti: Genesi (creazione dell’uomo); lezione di “antropologia” (chi è l’uomo? Il bisogno di amare; La sessualità e il gender…) e di sociologia (è ancora possibile amare? L’amore liquido; Basta amare?)

2-      IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI /l’amore per gli amici
-        

Brain Divided: un cartone animato per riflettere sull'amore

Aforismi: "Rifiutarsi di amare..."

  “Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire“  “Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire”.

Jim Morrison (1943 – 1971)

Amore e sessualità (2)

La parola “sesso” da cui deriva “sessualità” viene etimologicamente da un verbo latino che significa “diviso”, “distinto”, come se l’uomo e la donna fossero stati un unico essere che poi è stato diviso. Per cui l’uomo di fronte alla donna si trova ad essere simile ma diverso a tutti i livelli.
A livello di pensiero: il modo di pensare, di riflettere, di risolvere i problemi dell’uomo è diverso da quello della donna. Questa diversità si chiama sessualità.
Anche nel modo di esprimere i sentimenti, l’affettività, dell’uomo è diverso ...anche questo è un aspetto della sessualità.

Amore e sessualità (1)

La prima idea che molti hanno rispetto l’amore combacia con l’espressione “fare l’amore”, dunque ai rapporti sessuali. Ma l’amore non è solo sesso, così come il sesso non è solo genitalità[1]. Il rischio è quello di ridurre una realtà ad un solo suo aspetto e così di perdere di vista la complessità e la bellezza dell’amore. Che non è solo sesso: è amore anche quello dei genitori con i figli, degli amici tra loro, di chi fa scelta di celibato e continenza perché sente così di poter amare di più ogni persona. Dio è Amore.
Così anche il sesso non è solo genitalità: è innanzitutto la caratteristica propria di ogni persona che si esprime, pensa, agisce, ama come uomo o come donna, in modo differente.