L’antropologia, la psicologia e anche la filosofia concordano che l’uomo
è un soggetto autocosciente nel quale sono riscontrabili tre dimensioni
strettamente connesse tra loro: quella fisica, quella psico-affettiva e quella
spirituale. L’uomo è la sintesi delle relazioni umane che ha vissuto e vive:
solo di fronte a un tu può dire “io”. Per questo la realtà fondamentale della
persona umana è l’amore, l’amare e l’essere amato. Il nuovo principio
antropologico non è più il cartesiano “penso dunque sono”, ma “amo dunque
sono”.
Molti studi sui bambini che hanno carenze di affetto materno o da parte di
chi si prende cura di loro hanno mostrato come questi bambini ritardano nella
crescita e provano danni irreversibili nell'aspetto motorio, affettivo, del
linguaggio e dello sviluppo intellettuale.
Sicuramente oggi Spritz non troverebbe gli stessi risultati: la sensibilità
odierna (oltre che le maggiori possibilità terapeutiche) non permettono un
rapporto così asettico e anaffettivo verso bambini istituzionalizzati, ma
rimane valido l’assunto che “senza amore si muore”.
Giovanni Paolo II conferma che senza l’amore l’uomo è
incomprensibile.: “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere
incomprensibile, rimane privo di senso se non gli viene rivelato l’amore, se
non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta”[3].
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