Un esempio
emblematico di tale contrapposizione è il celebre quadro “Amor sacro e amor profano” del Tiziano (1515 circa).
Conservato
alla Galleria Borghese di Roma, è un dipinto che deve la sua fama non solo alla
sua bellezza ma anche alla particolarità del soggetto, più volte esaminato dagli
studiosi: in esso compaiono due
misteriose donne, estremamente somiglianti, l'una riccamente vestita l'altra
nuda, sedute sul bordo di un sarcofago, trasformato in una vasca piena d'acqua.
Un errore ricorrente è quello di identificare nella
tela l’amore carnale con la donna nuda e
l’amore spirituale con la donna vestita. Secondo e più grave errore: vedere le due donne della tela come due
antagoniste, quasi che Tiziano e la sua epoca volessero contrapporre un
amore carnale ad uno spirituale.
Ne l’Amor sacro e amor profano di
Tiziano – il titolo è tardivo ed è indice del fraintendimento a cui fu
sottoposta l’opera già nel 1693 quando è attestato
tale titolo per la prima volta – si manifestano allora i due volti dell’amore
fra l’uomo e la donna che, per
essere tale, deve non solo toccare i sensi passionali, ma anche i sensi
spirituali. Anzi esiste un piacere spirituale che solo conferisce significato
al piacere dei corpi.
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