L’amore è una realtà meravigliosa,

è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!

(Benedetto XVI)



domenica 14 settembre 2014

1.3 L’amore non è solo istinto

La relazione sessuale è sicuramente condizionata dall’istinto sessuale e dalla ricerca del piacere che la coppia può donarsi reciprocamente. Tuttavia la dimensione istintiva negli esseri umani non è preponderante. Ciò che distingue l’uomo dagli altri animali è proprio la sua autoconsapevolezza e la sua libertà rispetto ai propri istinti. Gli animali sono determinati dai propri istinti e non possono scegliere di fare altrimenti. E’ per questo che i cani di 2000 anni fa facevano più o meno la stessa vita da cani che fanno oggi, mentre gli esseri umani hanno imparato molte cose, se le sono trasmesse di generazione in generazione, hanno, ad esempio, trovato mille modi in cui procacciarsi e preparare il cibo. Per un ideale possono scegliere di lasciarsi morire di fame, di vivere periodi di digiuno, di attendere l’arrivo di altre persone per soddisfare la propria fame e di farlo secondo ritualità e modalità molto elaborate.
La dimensione istintiva dell’amore è la forza primaria che ci spinge verso un’altra persona. Può essere “affinata” attraverso l’uso del proprio corpo, del modo di vestirsi e truccarsi, di intraprendere una relazione mostrando sicurezza e disponibilità: è l’arte della seduzione di cui si è sempre più esperti e di cui abbondano i consigli nelle riviste patinate di gossip.
Se la dimensione istintiva non è normata e controllata, ci spinge ad abusare dell’altro, diventa una forza che ci fa compiere cose che sentiamo o sappiamo essere negative per noi e per l’altra persona. E’ la dimensione della concupiscenza della “carne” di cui parla in particolare San Paolo.
La filosofia greca, in modo particolare quella platonica, vede nel corpo un “carcere” da cui liberarsi. Questo concetto negativo ha influenzato anche il pensiero cristiano, soprattutto la speculazione teologica e filosofica di sant’Agostino, che s’ispira appunto a Platone. Nei suoi scritti emerge spesso una visione negativa del sesso, visto come strumento della concupiscenza più che come strumento espressivo dell’amore umano. Tale convinzione è stata sicuramente influenzata dalla sua tumultuosa esperienza sessuale giovanile descritta nelle Confessioni.
Egli ammette la bontà originaria del sesso, ma accentua la corruzione portatavi dal peccato, al punto da ritenere leciti, anche nel matrimonio, solo i rapporti finalizzati alla procreazione. Il suo pensiero ha un influsso decisivo su teologi, moralisti e giuristi fino a tempi recenti. E’ stato il Concilio Vaticano II ad evidenziare con chiarezza come il corpo sia il mezzo espressivo dell’amore, e la bontà intrinseca dei rapporti matrimoniali anche solo come mezzo espressivo d’amore tra gli sposi[1].



[1] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, nn.49 e 51. Cf. Giovanni Paolo II, Catechesi sulla teologia del corpo, in Sessualità e Amore, ed Messaggero, Padova 1981.

Nessun commento:

Posta un commento