L’amore non è solo
“fare l’amore” (azione che si può compiere prescindendo dall’amore), così come
la sessualità non è solo genitalità.
La prima idea che molti hanno rispetto all’amore combacia con
l’espressione “fare l’amore”, dunque ai rapporti sessuali. Ma l’amore non è
solo sesso, così come il sesso non è solo genitalità[1]. Il
rischio è quello di ridurre una realtà ad un solo suo aspetto e così di perdere
di vista la complessità e la bellezza dell’amore. Che non è solo sesso: è amore
anche quello tra genitori e figli, degli amici tra loro, di chi fa scelta di
celibato e continenza perché sente così di poter amare di più ogni persona. Dio
è Amore.
L’amore è un universo - talmente grande da essere in buona parte sconosciuto
e misterioso- che comprende dentro il suo sistema la galassia della sessualità,
la quale, a sua volta, può trovare espressione, come suo apice, nel rapporto
sessuale.
Dello stesso avviso è anche Erich Fromm il quale evidenzia come l’uomo
non basta a sé stesso, sente fortemente il bisogno di rompere la sua solitudine
e a volte “tenta di fuggire
all'isolamento rifugiandosi nell'alcool e nelle droghe ma si sente ancora più
solo quando è finito lo stato di ebbrezza, e di conseguenza è spinto a
ricorrevi con sempre maggior frequenza e intensità”. Anche la ricerca
dell'orgasmo sessuale “può assume una
funzione che li rende non molto diversi da alcolizzati e dai tossicomani.
Diventa un tentativo disperato di sfuggire all'ansia suscitata dalla
separazione e il suo risultato è un sempre crescente senso d'isolamento, poiché
l'atto sessuale senza amore, non riempie mai il baratro che divide due creature
umane, se non in modo assolutamente momentaneo”[3].
[1]
“Il cervello è l’organo sessuale per
eccellenza” (L Rogers, Sesso e
cervello, Einaudi, Torino 2000, p. 42, 166).
[2]
Tra i fenomeni sociali odierni vi è anche quello del “casual dating”, ovvero degli incontri stabiliti in appositi siti
web fra persone che cercano l’avventura di una notte, senza un coinvolgimento
emotivo, senza vincoli.
[3] E.
Fromm, L’arte di amare, p.30
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