
L’amore è una realtà meravigliosa,
è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!
(Benedetto XVI)
domenica 21 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
Il Sesto Comandamento è per vivere una sessualità che sia dono per l'altro
Padre Scognamiglio spiega perché il Catechismo lo ha esteso da "Non commettere atti impuri" a "Non commettere adulterio"
Tra "I Dieci Comandamenti" raccontati da Roberto Benigni, ha fatto molto rumore il suo approccio al Sesto Comandamento. Benigni ha spiegato che una volta recitava «non commettere atti impuri» ed ora invece è «non fare adulterio». Benigni ha aggiunto che «la castità può essere una grande virtù se praticata con moderazione...». E poi quella frase «non commettere atti impuri» ripetuta dal prete al catechismo «mentre ti guardava fisso negli occhi» ha finito «con il rovinare generazioni di ragazzi, compresa la mia. Non potete immaginare lo sforzo per resistere…» (Corriere della Sera, 17 dicembre).
Dietro la stoccata, Benigni fa trasparire un approccio "sessuofobo" da parte della Chiesa rispetto a questo Comandamento "modificato" nel tempo.
Dietro la stoccata, Benigni fa trasparire un approccio "sessuofobo" da parte della Chiesa rispetto a questo Comandamento "modificato" nel tempo.
giovedì 18 dicembre 2014
Caro Benigni, solo la Chiesa difende la bellezza della sessualità
17 dicembre 2014, http://www.uccronline.it/2014/12/17/caro-benigni-solo-la-chiesa-difende-la-bellezza-della-sessualita/
Un monologo intenso, di alto livello culturale e di immenso respiro, teso a rivelare quanto la rivelazione di Dio agli uomini, completata in Gesù Cristo, abbia effettivamente rivoluzionato il mondo e la vita di miliardi di persone. Per questo la Bibbia è «il racconto più bello di tutti i tempi, anche perché l’autore del libro è anche l’autore di tutti i lettori», ha sottolineato Benigni. «Io non mi permetterei mai di parlare per due ore di Uno che non c’è», ha avvertito. «E se non c’è lo aspettiamo».
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mercoledì 17 dicembre 2014
Non commettere adulterio o non commettere atti impuri?
Sul perché il sesto comandamento raccomandi la monogamia, ossia il rapporto sessuale limitato a due persone
Ci siamo mai chiesti cosa significa che la Bibbia - dal greco "ta biblia" (raccolta di libri) - sia il libro di Dio per il genere umano? Per gli ebrei, ancor oggi, significa che ciascun particolare, anche il più irrilevante, ha un significato preciso. Un significato nascosto persino nelle lettere che compongono le parole ebraiche dell'Antico Testamento. Per esempio, gli ebrei si chiedono perché la Bibbia non inizia con alef - la prima lettera dell'alfabeto ebraico - bensì con bet, la seconda. Sembra una questione futile, ma per gli ebrei non lo è.
martedì 16 dicembre 2014
Ridate la femminilità alle ragazze…
Ridate la femminilità alle ragazze, ridategli la timidezza e portatevi via quell’odiosa sfacciataggine.
Ridate la femminilità alle ragazze, insieme alle belle parole e ai bei comportamenti. Ridategli l’educazione e la delicatezza.
Coprite le loro parti scoperte, ridando loro la dignità e la purezza di un viso arrossato, non da un chilo di trucco, ma dall’imbarazzo che provano in un preciso istante.
Ridategli quell’eleganza persa ormai chissà dove, ridategli quella dolcezza che le distingueva dagli uomini.
Ridate la femminilità alle ragazze, insieme alle belle parole e ai bei comportamenti. Ridategli l’educazione e la delicatezza.
Coprite le loro parti scoperte, ridando loro la dignità e la purezza di un viso arrossato, non da un chilo di trucco, ma dall’imbarazzo che provano in un preciso istante.
Ridategli quell’eleganza persa ormai chissà dove, ridategli quella dolcezza che le distingueva dagli uomini.
lunedì 15 dicembre 2014
Dio, permetti il divorzio, l’ aborto, l’omosessualità…?
Sul blog di Berlicche, nel febbraio scorso, è apparsa una favola ironica sulle permissioni divine (dal divorzio, all’aborto, ai rapporti omosessuali) e sulla stupidità umana.
Si intitola Permesso? E la risposta sarà “sì”, perché Dio permette anche il male. Perché Dio ci ha creati liberi, ma al contempo ci ha fatti per aspirare al Bene…
Il Vescovo li vede arrivare, una folla di persone dall’aria decisa. Sospirando, si girò verso di loro: “Che cosa volete, figlioli?”. Quello che era evidentemente il loro capo si fece avanti: “Vogliamo che la Chiesa…”. Il santo vescovo li ascoltò pazientemente, poi ad un certo punto alzò la mano: “Sì, sì, credo di avere capito. A questo punto penso che sia meglio che queste che cose le chiediate direttamente a Dio.”
Si levò un mormorio di sorpresa. “Ma… disturbarlo per…” Ma il Vescovo fece un cenno con la mano a liquidare l’obiezione e si avviò con passo deciso. Gli altri lo seguirono.
Si levò un mormorio di sorpresa. “Ma… disturbarlo per…” Ma il Vescovo fece un cenno con la mano a liquidare l’obiezione e si avviò con passo deciso. Gli altri lo seguirono.
domenica 14 dicembre 2014
«I bambini nasceranno in provetta, l’amore sarà solo un gioco»
13 dicembre 2014, http://www.uccronline.it/2014/12/13/i-bambini-nasceranno-in-provetta-lamore-sara-solo-un-gioco/
Sul “Telegraph” il chimico 91enne ha recentemente annunciato, augurandoselo, che nel 2050 il sesso diventerà esclusivamente ricreativo, un gioco perché i bambini saranno creati soltanto attraverso la fecondazione in vitro. La pillola diventerà obsoleta, ha affermato, augurandosi che uomini e donne sceglieranno di congelare i loro ovuli e spermatozoi da giovani, prima di farsi sterilizzare. Non ci saranno nemmeno più aborti perché nessun bambino sarà più pianificato o indesiderato. In questo modo, ha proseguito, «la separazione tra sesso e riproduzione sarà al 100%».
sabato 13 dicembre 2014
Chi non ama uccide e non lo sa
http://www.anapscuola.it/visualizza__rubrica.php?id=409&aut=Stefano+Biavaschi
La negazione del proprio dono
La chiusura del proprio cuore all'amore non comporta solo l'inaridimento della propria persona, l'auto-privazione dei beni spirituali a noi destinati, ma comporta anche la grande responsabilità di non essere portatori di salvezza verso il prossimo. Che tipo di salvezza? Ogni tipo di salvezza, dalla salvezza fisica (come nei casi di omissione di soccorso), alla salvezza esistenziale (come quando si abbandona l'altro alla sua solitudine), fino alla salvezza spirituale (per esempio quando non indichiamo agli assetati di verità le vie di redenzione che abbiamo conosciuto).
Dio, infatti, ci ha scelto come strumenti di salvezza gli uni per gli altri, tramite la circolazione dell'amore che salva. “Vi farò pescatori di uomini”, “farete le mie stesse opere ed anche di maggiori”, “darete molto frutto” (Mt 4,19; Gv 14,12; Gv 15,5).
La negazione del proprio dono
La chiusura del proprio cuore all'amore non comporta solo l'inaridimento della propria persona, l'auto-privazione dei beni spirituali a noi destinati, ma comporta anche la grande responsabilità di non essere portatori di salvezza verso il prossimo. Che tipo di salvezza? Ogni tipo di salvezza, dalla salvezza fisica (come nei casi di omissione di soccorso), alla salvezza esistenziale (come quando si abbandona l'altro alla sua solitudine), fino alla salvezza spirituale (per esempio quando non indichiamo agli assetati di verità le vie di redenzione che abbiamo conosciuto).
Dio, infatti, ci ha scelto come strumenti di salvezza gli uni per gli altri, tramite la circolazione dell'amore che salva. “Vi farò pescatori di uomini”, “farete le mie stesse opere ed anche di maggiori”, “darete molto frutto” (Mt 4,19; Gv 14,12; Gv 15,5).
venerdì 12 dicembre 2014
Amare è custodire
http://www.anapscuola.it/visualizza__rubrica.php?id=400&aut=Stefano%20Biavaschi
Si può amare in modo sbagliato o riduttivo, ma nessuno vive senza farlo, perché Dio ha fondato le relazioni fra le persone sull'amore. Vi è un dinamismo che lega tutte le creature e da cui non possiamo prescindere: quello dell'amore. Dice il Catechismo: “La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio” (CCC 1822).
Le relazioni fra le persone non possono prescindere dall'amore, perché Dio si è posto Egli stesso come sostanza di queste relazioni. La stessa parola “religione” indica questa profonda “relazione” che non è solo verso Dio, ma anche fra le creature. L'essere umano è fatto di questa relazione, per cui la sua identità coincide non solo con se stesso, ma anche con tutto ciò che egli ama.
“Queste le tre cose che rimangono: la fede, la speranza, e la carità; ma, di tutte, più grande è la carità” (1Cor 13,13). Perché san Paolo sosteneva che la carità è superiore a tutte le virtù? Perché è essa a dilatare la persona fino a farle includere non solo il prossimo, ma anche il Dio della fede.
“Se non avessi la carità non sarei nulla”, dice ancora l'Apostolo (1Cor 13,2).
Si può amare in modo sbagliato o riduttivo, ma nessuno vive senza farlo, perché Dio ha fondato le relazioni fra le persone sull'amore. Vi è un dinamismo che lega tutte le creature e da cui non possiamo prescindere: quello dell'amore. Dice il Catechismo: “La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio” (CCC 1822).
Le relazioni fra le persone non possono prescindere dall'amore, perché Dio si è posto Egli stesso come sostanza di queste relazioni. La stessa parola “religione” indica questa profonda “relazione” che non è solo verso Dio, ma anche fra le creature. L'essere umano è fatto di questa relazione, per cui la sua identità coincide non solo con se stesso, ma anche con tutto ciò che egli ama.
“Queste le tre cose che rimangono: la fede, la speranza, e la carità; ma, di tutte, più grande è la carità” (1Cor 13,13). Perché san Paolo sosteneva che la carità è superiore a tutte le virtù? Perché è essa a dilatare la persona fino a farle includere non solo il prossimo, ma anche il Dio della fede.
“Se non avessi la carità non sarei nulla”, dice ancora l'Apostolo (1Cor 13,2).
giovedì 11 dicembre 2014
L’amore fedele oltre la morte
http://www.intemirifugio.it/lamore-fedele-oltre-la-morte/
(...)
Sai perché? Perché quella canzone, quella poesia, quel racconto non avrebbero mai successo, per un semplice motivo: non piace a nessuno un amore con la data di scadenza appiccicata sopra.
(...)
“Ti amo!” disse l’uomo alla donna.
“Ti amo anche io!” rispose la donna al suo uomo.
“Ti amerò per un mesetto sicuro!”riprese l’uomo.
“Io invece sono certa che ti amerò almeno per un anno!!!” gli disse la donna, tutta entusiasta ed innamorata.
Cara Matilde, riesci ad immaginare un dialogo così tra innamorati?
Nessun cantante, nessun poeta, nessun libro proporrebbe mai un dialogo del genere.
Nel nostro mondo interiore abbiamo un’esigenza innata: cancellare la parola “provvisorio” dall’amore.
Per questo le frasi “Ti amerò per sempre” o “Non ti lascerò mai” resteranno sempre le più cliccate nella storia umana.
sabato 6 dicembre 2014
"L'amore gay meglio di quello etero"
Veronesi colpisce ancora e le prova tutte per rendersi ridicolo
Alla fine ci siamo arrivati. Tranquilli, eravamo preparati e, se non fosse grottesco, sarebbe perfino divertente. Il professor tuttologo Umberto Veronesi, quello del "Dio non esiste perché esiste il cancro" (ma per favore non ditelo a Chiara Corbella), ha voluto, non si sa se per convizione (tutte quelle radiazioni professore, stia attento!) oppure per profitto (le parcelle non bastano mai?), lanciare l'ennesima provocazione. Gay è bello. Anzi no. Gay è meglio. Capito? Nessuno nella Chiesa cattolica ha mai messo in discussione la forza dei sentimenti e degli affetti tra persone dello stesso sesso, e non si è mai messa a fare classifiche. Pone una serie di avvertenze e giudizi, forte della sua esperienza, del buon senso e di due o tre cosette dette dal Signore. Ma non fa classifiche. La "Chiesa del politicamente corretto" invece dice: gay meglio di etero. Famiglie? Schifo, a meno che non siano famiglie omogenitoriali. Eccetera.
venerdì 5 dicembre 2014
giovedì 4 dicembre 2014
Il mistero gaudioso del sesso. Ecco come e perché Dio ha creato il mondo nell’amore tra maschio e femmina, del rabbino Jonathan Sacks
Riprendiamo dal sito della rivista Tempi un testo del rabbino Jonathan Sacks pubblicato il 30/11/2014.
Il Centro culturale Gli scritti (3/12/2014)
Pubblichiamo alcuni estratti dell’intervento del rabbino Jonathan Sacks, considerato la massima autorità spirituale e morale ebraica ortodossa in Gran Bretagna, al Colloquio interreligioso internazionale “Humanum – La complementarietà fra uomo e donna”, Roma 17-19 novembre.
Stamattina voglio cominciare la nostra conversazione raccontando la storia della più bella idea nella storia della civiltà: l’idea dell’amore che porta nuova vita nel mondo. Ci sono molti modi di raccontarla. Per me è una storia fatta di sette momenti chiave, ciascuno dei quali sorprendente e inatteso.
Il primo, secondo un articolo scientifico apparso di recente, ebbe luogo 385 milioni di anni fa in un lago della Scozia. Fu allora, secondo la recente scoperta, che due pesci si unirono per realizzare il primo esempio di riproduzione sessuale noto alla scienza. Fino ad allora la vita si era propagata in modo asessuato, per divisione cellulare, gemmazione, frammentazione o partenogenesi: tutte forme più semplici e più economiche della divisione della vita in maschio e femmina, ciascuno dei due con un ruolo diverso nella creazione e nel sostentamento della vita. Quando consideriamo quanto sforzo ed energia richiede la congiunzione del maschio e della femmina nel regno animale – in termini di esibizione, rituali di corteggiamento, rivalità e violenze – è stupefacente che la riproduzione sessuale abbia cominciato a esistere. I biologi non sono sicuri del perché. Alcuni dicono che era funzionale alla protezione dai parassiti, o all’immunizzazione da malattie. Altri dicono semplicemente che l’incontro di opposti genera diversità. Ma in tutti i modi, quei pesci in Scozia scoprirono qualcosa di nuovo e magnifico, che da allora è stato copiato virtualmente da tutte le forme di vita evolute. La vita comincia quando il maschio e la femmina si incontrano e si abbracciano.
mercoledì 3 dicembre 2014
Vorrei capire cos'è l'amore
http://www.zenit.org/it/articles/vorrei-capire-cos-e-l-amore
Roma,
Antonio Gaspari | 152 hits
Cos’è veramente l’amore?, Un sentimento passeggero e fatuo o causa prima della vita di ognuno? Nelle relazioni di amore contano solo i sentimenti o c’entrano anche volontà e ragione? E fare l’amore è solo una banale pratica genitale o espressione dell’umano desiderio di unione tra uomo e donna? E che c’entra Dio con l’amore? Perché la Chiesa sconsiglia forme disordinate di relazioni?
A queste ed altre domande ha cercato di rispondere padre Stefano Liberti con il libro Vorrei capire cos’è l’amore, edito Da Youcanprint.
Padre Stefano è un infermiere professionale, licenziato in teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana, religioso dei Canonici regolari dell’Immacolata Concezione, sacerdote nella parrocchia di Regina Pacis a Roma.
Roma,
Antonio Gaspari | 152 hits
Cos’è veramente l’amore?, Un sentimento passeggero e fatuo o causa prima della vita di ognuno? Nelle relazioni di amore contano solo i sentimenti o c’entrano anche volontà e ragione? E fare l’amore è solo una banale pratica genitale o espressione dell’umano desiderio di unione tra uomo e donna? E che c’entra Dio con l’amore? Perché la Chiesa sconsiglia forme disordinate di relazioni?
A queste ed altre domande ha cercato di rispondere padre Stefano Liberti con il libro Vorrei capire cos’è l’amore, edito Da Youcanprint.
Padre Stefano è un infermiere professionale, licenziato in teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana, religioso dei Canonici regolari dell’Immacolata Concezione, sacerdote nella parrocchia di Regina Pacis a Roma.
martedì 2 dicembre 2014
GUIDA A “VORREI CAPIRE COS’E’ L’AMORE”
1. INTRODUZIONE AL TEMA
Un
celebre scrittore di opere spirituali, Newman, ha affermato: “Un uomo non farebbe nulla se aspettasse fino
a poterlo fare così bene che nessuno possa trovarvi dei difetti”. Io ho
scritto questo libro consapevole dei molti difetti che presenta, ma con la
voglia di condividere letture e riflessioni che mi hanno accompagnato in
maniera particolare nel corso di quest’ultimo anno.
Ho
sentito l’esigenza di rispondere ad una domanda fondamentale per ogni individuo
e apparentemente banale: “Cos’è l’amore?”. E’ un argomento di cui si parla
continuamente con ogni tipo di linguaggio: quello artistico della musica, del
cinema, della pittura e via discorrendo; quello più specialistico delle varie
branche delle scienze umane: psicologia, sociologia, antropologia, filosofia,
teologia (si parla persino della “chimica dell’amore” per indicare come alla
base del fenomeno amoroso ci siano componenti fisiologiche e ormonali). Se ne
parla con il linguaggio comune: nei discorsi di salotto (anche televisivo), tra
amici, nelle riviste patinate di gossip. Se ne parla infine con un linguaggio più
intimo e diretto che è quello del corpo, delle emozioni, dei sentimenti.
Eppure, o forse proprio perché se ne parla tanto, c’è molta confusione
sull’argomento.
domenica 30 novembre 2014
2.3 L’amore al tempo dei baci perugina
C’è chi ,
riprendendo in altro modo il concetto di amore liquido, ha utilizzato anche
l’immagine dei Baci perugina[1]: l’amore è oggi, per molti, un’esperienza simile a quella che possiamo
fare con questi celebri cioccolatini ricoperti da frasi che celebrano l’amore:
lo scarti, lo
mangi in un boccone, ne assapori la dolcezza, leggi il cartiglio e forse un po’
ti commuovi, e poi dopo cinque minuti te ne sei già scordato e ne cerchi un
altro.
Un amore dunque
che manca di progettualità a due, caratteristica invece propria del matrimonio,
un amore che vive del carpe diem e
che infatti dura la breve vita di un’emozione. L’amore non è più associato a
grandi desideri – i sociologi ci sconfortano dicendo che i ragazzi non sognano
più – ma si consuma appariscente e fulminante come un fuoco di artificio. E’
dunque il primato del sentimento: amare è sentire, è provare la gratificante
sensazione epidermica che qualcuno ti desidera e corrisponde al tuo affetto.
(…) La convivenza è cosa buona perché è un po’ come quando desideri acquistare
un’auto e vai a provarla dal concessionario per verificare se non ha
difetti, se fa per te. E il giorno che esce un modello nuovo, beh basta
rottamare il convivente, pardon l’auto.
lunedì 24 novembre 2014
L'amore consiste nel voler amare
L'amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa. Se accade che si soccomba a una tentazione, è perché l'amore è troppo debole, non perché esso non c'è: bisogna piangere, come san Pietro, pentirsi, come san Pietro, umiliarsi, come lui, ma sempre come lui dire tre volte: «Io ti amo, io ti amo, tu sai che malgrado le mie debolezze e i miei peccati io ti amo».
L'amore che Gesù ha per noi, egli ce l'ha dimostrato abbastanza perché noi possiamo crederci senza sentirlo; sentire che noi l'amiamo e ch'egli ci ama, sarebbe il paradiso; il paradiso, salvo rari momenti e rare eccezioni, non è per quaggiù.
Narriamoci spesso la duplice storia delle grazie che Dio ci ha fatto personalmente dopo la nostra nascita, e delle nostre infedeltà; vi troveremo – soprattutto noi che abbiamo vissuto per molto tempo lontani da Dio – le prove più sicure e più commoventi del suo amore per noi, come anche, purtroppo, le prove sì numerose della nostra miseria. C'è motivo per immergerci in una fiducia senza limiti del suo amore (egli ci ama perché è buono, non perché noi siamo buoni, le madri non amano forse i loro figli traviati?) e motivo per sprofondarci nell'umiltà e nella diffidenza verso di noi.
(Charles de Foucauld)
L'amore che Gesù ha per noi, egli ce l'ha dimostrato abbastanza perché noi possiamo crederci senza sentirlo; sentire che noi l'amiamo e ch'egli ci ama, sarebbe il paradiso; il paradiso, salvo rari momenti e rare eccezioni, non è per quaggiù.
Narriamoci spesso la duplice storia delle grazie che Dio ci ha fatto personalmente dopo la nostra nascita, e delle nostre infedeltà; vi troveremo – soprattutto noi che abbiamo vissuto per molto tempo lontani da Dio – le prove più sicure e più commoventi del suo amore per noi, come anche, purtroppo, le prove sì numerose della nostra miseria. C'è motivo per immergerci in una fiducia senza limiti del suo amore (egli ci ama perché è buono, non perché noi siamo buoni, le madri non amano forse i loro figli traviati?) e motivo per sprofondarci nell'umiltà e nella diffidenza verso di noi.
(Charles de Foucauld)
sabato 22 novembre 2014
L'amore assomiglia a Dio...
"L'amore assomiglia a Dio: per raggiungerlo bisogna crederci"
(Ugo Ojetti)
giovedì 20 novembre 2014
L'amore opera in tutte le direzioni (C.M.Martini)
L'amore - se è vera passione - opera in tutte le direzioni, è trasversale, è allo stesso tempo verticale verso Dio e orizzontale verso gli altri. L'amore per gli altri contiene già l'amore verso Dio.
...l'ingiustizia è la mancanza di amore, la mancanza di perdono, la mancanza di carità e il sentimento di vendetta.
Carlo Maria Martini
...l'ingiustizia è la mancanza di amore, la mancanza di perdono, la mancanza di carità e il sentimento di vendetta.
Carlo Maria Martini
domenica 16 novembre 2014
Cos'è che rende un uomo grande...? E' l'amore (Kierkegaard)
Cos’è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio? Cos’è che rende un uomo forte, più forte del mondo intero; cos’è che lo rende debole, più debole di un bambino? Cos’è che rende un uomo saldo, più saldo della roccia; cos’è che lo rende molle, più molle della cera? È l’amore! Cos’è che è più vecchio di tutto? È l’amore. Cos’è che sopravvive a tutto? È l’amore. Cos’è che non può essere tolto, ma toglie lui stesso tutto? È l’amore. Cos’è che non può essere dato, ma dà lui stesso tutto? È l’amore. Cos’è che sussiste, quando tutto frana? È l’amore. Cos’è che consola, quando ogni consolazione viene meno? È l’amore. Cos’è che dura, quando tutto subisce una trasformazione? È l’amore. Cos’è che rimane, quando viene abolito l’imperfetto? È l’amore. Cos’è che testimonia, quando tace la profezia? È l’amore. Cos’è che non scompare, quando cessa la visione? È l’amore. Cos’è che chiarisce, quando ha fine il discorso oscuro? È l’amore. Cos’è che dà benedizione all’abbondanza del dono? È l’amore. Cos’è che dà energia al discorso degli angeli? È l’amore. Cos’è che fa abbondante l’offerta della vedova? È l’amore. Cos’è che rende saggio il discorso del semplice? È l’amore. Cos’è che non muta mai, anche se tutto muta? È l’amore, e amore è solo quello che mai si muta in qualcos’altro.”
Søren Kierkegaard
sabato 15 novembre 2014
ALLA FINE CHE COSA RIMANE? SOLTANTO L’AMORE
http://credere.it/n-46-2014/nsieme-di-don-antonio-rizzolo.html
...una bella riflessione di Kierkegaard sulla carità, sull’amore.
Lo spunto da cui parte il pensatore danese è la conclusione dell’inno alla carità (1Corinzi 33,13). San Paolo scrive che rimangono tre cose, fede, speranza e carità, ma di tutte la più grande è la carità. Ed ecco la spiegazione di Kierkegaard: «Sì, Dio sia lodato, l’amore rimane! Qualunque cosa il mondo voglia strapparti, anche fosse la più cara; qualunque cosa ti possa accadere nella vita; anche se gli uomini si allontanassero da te con indifferenza o si rivoltassero contro di te con ostilità... consòlati, poiché l’amore rimane». Ovviamente si tratta dell’amore di Dio, che sorregge tutta l’esistenza. Infatti, continua Kierkegaard, «se per un momento, per un solo momento, cessasse, tutto sprofonderebbe nella confusione». Ma ciò non avviene perché «parliamo dell’amore di Dio, la cui caratteristica è di rimanere». Sì, Dio è fedele, il suo amore rimane per sempre. Ma questo vale anche per noi: l’amore vero rimane, non viene mai meno, sa aspettare. Anche l’amore con cui abbiamo compiuto ogni cosa resta per sempre, tutto ciò che abbiamo avvolto nell’amore di Dio non finirà, resterà per l’eternità. È una riflessione in sintonia con questa parte finale dell’anno liturgico e con l’inizio del tempo di Avvento (che per gli ambrosiani inizia prima, il 16 novembre). La Chiesa ci mette di fronte, infatti, alle realtà ultime, al giudizio, all’incontro finale con Cristo, al suo avvento definitivo. Come ci presenteremo? Nulla resterà, se non l’amore. Lo hanno capito bene i santi, che altro non sono se non i testimoni dell’amore di Dio...
...una bella riflessione di Kierkegaard sulla carità, sull’amore.
Lo spunto da cui parte il pensatore danese è la conclusione dell’inno alla carità (1Corinzi 33,13). San Paolo scrive che rimangono tre cose, fede, speranza e carità, ma di tutte la più grande è la carità. Ed ecco la spiegazione di Kierkegaard: «Sì, Dio sia lodato, l’amore rimane! Qualunque cosa il mondo voglia strapparti, anche fosse la più cara; qualunque cosa ti possa accadere nella vita; anche se gli uomini si allontanassero da te con indifferenza o si rivoltassero contro di te con ostilità... consòlati, poiché l’amore rimane». Ovviamente si tratta dell’amore di Dio, che sorregge tutta l’esistenza. Infatti, continua Kierkegaard, «se per un momento, per un solo momento, cessasse, tutto sprofonderebbe nella confusione». Ma ciò non avviene perché «parliamo dell’amore di Dio, la cui caratteristica è di rimanere». Sì, Dio è fedele, il suo amore rimane per sempre. Ma questo vale anche per noi: l’amore vero rimane, non viene mai meno, sa aspettare. Anche l’amore con cui abbiamo compiuto ogni cosa resta per sempre, tutto ciò che abbiamo avvolto nell’amore di Dio non finirà, resterà per l’eternità. È una riflessione in sintonia con questa parte finale dell’anno liturgico e con l’inizio del tempo di Avvento (che per gli ambrosiani inizia prima, il 16 novembre). La Chiesa ci mette di fronte, infatti, alle realtà ultime, al giudizio, all’incontro finale con Cristo, al suo avvento definitivo. Come ci presenteremo? Nulla resterà, se non l’amore. Lo hanno capito bene i santi, che altro non sono se non i testimoni dell’amore di Dio...
venerdì 14 novembre 2014
La coppia cristiana

Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio!
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore senza la minima divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme s’inginocchiano e insieme fanno digiuno.
Si istruiscono l’un l’altro, si esortano l’un l’altro, si sostengono a vicenda.
Stanno insieme nella santa assemblea, insieme alla mensa del Signore, insieme nella prova, insieme nella persecuzione, insieme nella gioia.
Non c’è pericolo che si nascondano qualcosa l’un l’altro, che si evitino l’un l’altro, che l’uno all’altro sian di peso.
Volentieri essi fan visita ai malati ed assistono i bisognosi.
Fanno elemosina senza mala voglia, partecipano al sacrificio senza fretta, assolvono ogni giorno i loro impegni senza sosta.
Ignorano i segni di croce furtivi, rendon grazie senza alcuna reticenza, si benedicon senza vergogna nella voce.
Salmi e inni recitano a voci alterne e fanno a gara a chi meglio sa cantare le lodi al suo Dio.
Vedendo e sentendo questo Cristo gioisce e ai due sposi manda la sua pace.
Là dove sono i due ivi è anche Cristo.
giovedì 13 novembre 2014
L’amore è il più grande talento umano
«Per coloro che non hanno amato, la
vecchiaia è un inverno di solitudine. L'amore, il più grande talento umano, era
stato sotterrato perché non si perdesse, e alla fine andò perduto davvero.
Nessuno venne o se ne prese cura. Rimase soltanto una persona priva di amore e
sola nell'attesa della morte.
Per coloro che hanno amato, la vecchiaia
è il momento del raccolto. I semi di amore piantati con così grande cura tanti
anni prima, sono maturati col tempo. La persona che ama è circondata, al
tramonto della vita, dalla presenza e dall'affetto degli altri. Il bene ripaga
sempre. Ciò che era stato donato in modo così spontaneo e gioioso, è stato restituito
con gli interessi».
(J. POWELL, Esercizi di felicità,
Cantalupa, Effatà, 1995,69).
mercoledì 12 novembre 2014
martedì 11 novembre 2014
L'energia dell'amore (Coelho)
"La storia non muterà mai a causa della politica, o delle conquiste, o delle teorie, o delle guerre - queste sono solo ripetizioni, eventi a cui assistiamo sin dall'inizio dei tempi. La storia cambierà quando sapremo utilizzare l'energia dell'amore nello stesso modo in cui impieghiamo quella del vento, del mare, dell'atomo"
(P. Coelho)
(P. Coelho)
lunedì 10 novembre 2014
2.2 Amore liquido
L’espressione “amore liquido”, divenuta presto famosa, è del grande
sociologo polacco Bauman[1]. Nei suoi ultimi lavori egli descrive la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida, categorie che traducono la perdita di
certezze e punti di riferimento stabili dell’uomo odierno (da cui l’essere
liquido) rispetto all’uomo del passato che viveva in una sostanziale solidità di
rapporti e punti di riferimento.
La
nozione di Bauman di «società liquida» fu citata anche da
Benedetto XVI. È una società dove non ci sono più relazioni solide, stabili, ma
tutto è effimero e tutto si cambia. La maggioranza cambia lavoro, casa, città
più e più volte nella vita, e perfino nel calcio i giocatori «bandiera» che
passano tutta la carriera nella stessa squadra sono una specie in via di
estinzione. Le statistiche ci dicono che in Occidente più della metà delle
persone cambia anche marito o moglie, non perché resta vedovo ma perché
divorzia. Quanto ai molti che non si sposano - la maggioranza in diversi Paesi
- cambiano compagno e compagna ancora più spesso. Anche l'amore è diventato
«liquido», sostiene Bauman: «perché dovrei continuare a tenermi lo stesso
partner quando ho già cambiato tre telefonini?». «Ciò che prima era considerata
eresia del libertinismo, piuttosto che disturbo sessuale o perversione, ora
diventa la norma culturale con l'autosufficienza dell'erotismo, ovvero con la
libertà di cercare il piacere sessuale fine a se stesso»[2].
domenica 2 novembre 2014
2.1 Un po’ di dati
Sia negli Stati
Uniti sia nei principali Paesi europei il numero di divorzi è rimasto
costante e basso fino agli anni 1960, quindi è raddoppiato fra il 1970 e il
1990 ed è continuato a salire fino al XXI secolo, quando si è fermato perché
sono diminuiti i matrimoni.
Le coabitazioni negli
Stati Uniti si sono moltiplicate per cinque fra il 1970 e il 2000, e nel 50%
dei casi coloro che coabitano si dichiarano totalmente disinteressati al
matrimonio. Il 76% degli uomini americani che si sono sposati prima del 1960 ha
avuto matrimoni durati almeno vent’anni, un traguardo raggiunto solo dal 58% di
coloro che si sono sposati negli anni 1970.
Aumenta il numero delle
coppie conviventi e dei single, ma anche per loro il rapporto di coppia è
sempre più difficile da vivere: incomprensioni, litigi, crisi sono sempre più
frequenti, mentre la durata media delle relazioni diminuisce vertiginosamente.
venerdì 31 ottobre 2014
L'amore non è un vestito già confezionato...
L'amore non è un vestito già confezionato, ma stoffa da tagliare, preparare e cucire.
Non è un appartamento "chiavi in mano", ma una casa da concepire, costruire, conservare e, spesso, riparare...
- Michel Quoist -
Non è un appartamento "chiavi in mano", ma una casa da concepire, costruire, conservare e, spesso, riparare...
- Michel Quoist -
giovedì 30 ottobre 2014
L’amore è una qualità del proprio essere...
“L’amore è una qualità del proprio essere, se la si possiede, ne beneficia indistintamente chiunque ne venga a contatto, un amante, un amico, un figlio, uno sconosciuto.
Si dovrebbe stare insieme soltanto perché si sta bene “con”, e invece molto spesso si sta insieme perché si sta male “senza”.
Solo se hai sconfitto la paura della solitudine sarai capace di amare.
Solo se ami la solitudine ogni momento vissuto con l’altro diventa una scelta d’amore.”
- Osho -
mercoledì 29 ottobre 2014
2. E’ ancora possibile amare?
Considerando le difficoltà che l’essere umano riscontra, in particolare
nella nostra epoca, in ambito dell’amore, così si esprimeva ancora Benedetto
XVI:
Ogni persona avverte il desiderio di amare e di essere amata.
Eppure quant’è difficile amare, quanti errori e fallimenti devono registrarsi
nell’amore! C’è persino chi giunge a dubitare che l’amore sia possibile. Ma se
carenze affettive o delusioni sentimentali possono far pensare che amare sia
un’utopia, un sogno irraggiungibile, bisogna forse rassegnarsi? No! L’amore è
possibile (…) l’amore vero, fedele e forte; un amore che genera pace e gioia;
un amore che lega le persone, facendole sentire libere nel reciproco rispetto[1].
D’altra parte è indubbio che al potenziamento dell’intelligenza e delle
possibilità conoscitive dell’uomo, non è andato di pari passo il potenziamento
della sua capacità d’amore. Così come la rivoluzione sessuale celebrata nel ’68
(ma iniziata molto prima) non pare proprio aver portato gli uomini a sapersi
amare di più. Di fronte al moltiplicarsi di separazioni, liti, omicidi a
“causa” dell’amore, c’è anche chi si chiede se sia ancora possibile amare. Nel
contesto di una società “liquida”, anche l’amore risulta ben poco solido. La
libertà sessuale non ha generato maggior gioia di amare, semmai maggiore
complessità, maggiori devianze.
martedì 28 ottobre 2014
Parole e numeri dell’amore per il PROSSIMO
La giustizia deve avere un suo rigore e una sua pienezza, espressa attraverso il 3 e 4, numeri che nel computo simbolico vengono idealmente sommati così da raggiungere il 7. Ma, d’altro lato, a imporsi in tutta la sua grandezza è in ebraico il «hesed», ossia l’amore generoso e fedele che non conosce confini ed è infinito, perché tale è il valore del numero 1000
Di mons. Gianfranco Ravasi
Nihil caritate dulcius,
«nulla è più dolce dell’amore», scriveva sant’Ambrogio nella sua opera dal titolo ciceroniano De officiis. Ma nulla è anche più difficile da comprimere in una trattazione come l’amore. Noi, allora, ci accontenteremo di illustrare in forma essenziale e simbolica i vari "nomi", ossia le diverse iridescenze del tema dell’amore, l’entolé megále, come diceva Gesù, ossia il «comandamento massimo, cardinale, principe» dell’impegno morale e spirituale cristiano (vedi Mt 22, 34-40). Cercheremo anche di identificare alcuni "numeri" simbolici che esaltano l’autentica carità.
Nihil caritate dulcius,
«nulla è più dolce dell’amore», scriveva sant’Ambrogio nella sua opera dal titolo ciceroniano De officiis. Ma nulla è anche più difficile da comprimere in una trattazione come l’amore. Noi, allora, ci accontenteremo di illustrare in forma essenziale e simbolica i vari "nomi", ossia le diverse iridescenze del tema dell’amore, l’entolé megále, come diceva Gesù, ossia il «comandamento massimo, cardinale, principe» dell’impegno morale e spirituale cristiano (vedi Mt 22, 34-40). Cercheremo anche di identificare alcuni "numeri" simbolici che esaltano l’autentica carità.
Iniziamo col lessico biblico dell’amore.
LE PAROLE DELL’AMORE
lunedì 27 ottobre 2014
Piccolo intermezzo cinematografico
Un esempio cinematografico della capacità di
spendersi gratuitamente per l’altro e dell’accoglienza di questa logica della
gratuità lo troviamo nel Breve film sull’amore di Krzysztof Kieslowski (1988)[1].
Il film è entrato anche, lievemente modificato, come sesto episodio del celebre
Decalogo del regista polacco. Tutto il film ruota attorno
all’innamoramento di un giovane, Tomek, per la bella e spregiudicata Magda, che
consuma la sua vita passando da un amore all’altro, poiché non crede che
l’amore possa esistere. E’ questo quello che troverà nella relazione con Tomek
disposto a sacrificare anche la sua vita pur di farglielo capire. Le difficoltà
e le resistenze che Magda manifesta verso Tomek sono un’efficace
rappresentazione del processo sofferto e gioioso nello stesso tempo di
purificazione e di accoglienza dell’amore autentico, reso possibile, qui in
modo evidente, dalla passione, in tutti i sensi, di Tomek, immagine simbolo del
Cristo, per lei.
[1]
Per un commento cinematografico e simbolico del film cfr. A. Spadaro, Una lettura teologica di “Breve film sull’amore” di K. Kieslowski,
Guaraldi, Rimini 1999, disponibile anche come e-book scaricabile gratuitamente
presso il sito dell’autore (fra l’altro direttore de La Civiltà Cattolica): http://www.antoniospadaro.net/kieslowski.pdf
.
domenica 26 ottobre 2014
L'amore vince tutto, avevo spesso sentito ripetere.
L'amore vince tutto, avevo spesso sentito ripetere. L'amore è più forte della morte. E invece non è vero, perché l'amore, anche se esiste, è fragile.
È così fragile da essere pressoché invisibile. Ed essere invisibile e non esistere è quasi la stessa cosa.
- Susanna Tamaro -
sabato 25 ottobre 2014
Sull'amore
Commenta il noto sacerdote gesuita Jorge Loring:
“per sposarsi è indispensabile amarsi; per amarsi bisogna conoscersi; per conoscersi bisogna trattarsi; per trattarsi, bisogna prima incontrarsi”.
L'amore non consiste nel guardarsi l'un l'altro, ma in una ricerca comune di Dio. Gli sposi non diventano idoli l'uno dell'altro, né fanno della loro felicità la meta della loro vita: sarebbe andare verso la sterilità. Piuttosto, vogliono rispondere a una chiamata di Dio e costruire con Lui la propria vita, ed è Dio che darà loro la felicità.
Come segnala la Conferenza Episcopale Argentina nel suo commento sull'amore, “ogni amore vero viene da Dio ed è qualcosa di Dio, per cui l'amore o è eterno o non c'è”.
“per sposarsi è indispensabile amarsi; per amarsi bisogna conoscersi; per conoscersi bisogna trattarsi; per trattarsi, bisogna prima incontrarsi”.
L'amore non consiste nel guardarsi l'un l'altro, ma in una ricerca comune di Dio. Gli sposi non diventano idoli l'uno dell'altro, né fanno della loro felicità la meta della loro vita: sarebbe andare verso la sterilità. Piuttosto, vogliono rispondere a una chiamata di Dio e costruire con Lui la propria vita, ed è Dio che darà loro la felicità.
Come segnala la Conferenza Episcopale Argentina nel suo commento sull'amore, “ogni amore vero viene da Dio ed è qualcosa di Dio, per cui l'amore o è eterno o non c'è”.
venerdì 24 ottobre 2014
L'egoismo umano a volte gioca brutti scherzi inconsci anche nel cuore più adorabile...
"L'egoismo umano a volte gioca brutti scherzi inconsci anche nel cuore più adorabile. Ma una volta che ci si rende conto di questo, una volta che Dio è messo sul trono, nel matrimonio entra un enorme potere, per cui gli errori e i peccati dei due che sono stati fatti uno, possono servire per la reciproca santificazione."
Gilbert Keith Chesterton (1874 - 1936)
giovedì 23 ottobre 2014
mercoledì 22 ottobre 2014
L'amore umano che si concretizza nel matrimonio...
"L'amore umano che si concretizza nel matrimonio deve costituire la pietra di un guado verso l'amore universale."
Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma (1869 - 1948)
martedì 21 ottobre 2014
L’atteggiamento fondamentale dei cattolici che vogliono convertire il mondo è quello di amarlo...
“L’atteggiamento fondamentale dei cattolici che vogliono convertire il mondo è quello di amarlo. Questo è il genio dell’apostolato: saper amare. Ameremo il nostro tempo, la nostra civiltà, la nostra tecnica, la nostra arte, il nostro sport, il nostro mondo.”
Paolo VI (nato Giovanni Battista Montini, 1897 – 1978), discorso al Congresso mondiale dell’apostolato dei laici Roma, 9 ottobre 1957
giovedì 16 ottobre 2014
Vocazione ad amare
“Non è cambiato il disegno di Dio, che ha iscritto nell'uomo e nella donna la vocazione all'amore e alla famiglia. (…) nessun errore e nessun peccato, nessuna ideologia e nessun inganno umano possono sopprimere la struttura profonda del nostro essere, che ha bisogno di essere amato ed è a sua volta capace di amore autentico.”
Papa Giovanni Paolo II (nato Karol Józef Wojtyła, 1920 – 2005)
mercoledì 15 ottobre 2014
Consigli di (ri)lettura: il Cantico dei cantici
http://ilregno-blog.blogspot.it/2014/10/consigli-di-rilettura-il-cantico-dei.html
(di Brunetto Salvarani, dal blog de "Il Regno", 14 ottobre 2014)
Diceva Paul Ricoeur: «Invece di esaltare l’amore, sarebbe meglio occuparsi seriamente della sessualità». Siamo entrati nella seconda settimana del Sinodo, e sempre più vale la pena di non dimenticare che – sui temi in discussione – occorre avere una veduta lunga e una grande disponibilità all’ascolto. Quelle che, sinora, parrebbero non essere mancate durante i lavori sinodali.
La corporeità e la sessualità, infatti, sono da sempre temi affascinanti quanto enigmatici e indecifrabili: un paradosso tra materialità e immaterialità, continuità e cambiamento, individualità e socialità, autonomia e relazionalità, controllo e ribellione. Nemmeno le religioni hanno potuto sottrarsi al fascino di questi temi, cercando nel corso della loro lunga storia di gestire le ambiguità del corporeo attraverso svariati riti, concetti e norme.
lunedì 13 ottobre 2014
1.6 Infatuazione, innamoramento e amore
“La cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l’amore”[1]
“Tra l’innamorarsi e amare c’è molta differenza. Quando una persona si
innamora non lo fa apposta: succede. Ma per amarsi bisogna sudare, soffrire,
ridere, stare svegli, donarsi. L'amore non succede. L’amore si fa” (Francesco
Roversi)
Prima di introdurci nell’ esperienza dell’amore così come è vissuta nel
mondo odierno, sarà utile chiarire la differenza tra alcune realtà che confondiamo
con l’amore, in particolare l’infatuazione e l’innamoramento, tappe preliminari
che possono portare ad una storia d’amore.
La prima fase che solitamente ci spinge verso una persona è quella dell’infatuazione, in cui ci prendiamo la
cosiddetta cotta per qualcuno. Nell’infatuazione manca ancora una reale
conoscenza dell’altro, dei suoi interessi, dei suoi gusti, del suo modo di
essere, dei suoi progetti, della sua visione della vita. Probabilmente con
l’infatuazione non si ama qualcuno ma “qualcosa”: ci attrae
un insieme di qualità piuttosto che una persona concreta con i suoi pregi e
soprattutto i suoi limiti. L’infatuazione e l’attrazione così come nascono con
molta facilità, altrettanto facilmente scompaiono.
La tappa successiva è l’innamoramento[2]. L’attrazione
per una persona non è più legata solo all’aspetto fisico di questa o a
superficiali caratteristiche, ma per l’insieme del suo essere – modo di
pensare, di vivere e di comportarsi – visto ancora in maniera ideale,
totalmente positiva, esagerata, irreale[3]. Quando
ci innamoriamo abbiamo una visione parziale e condizionata emotivamente. A
differenza della cotta, quando siamo innamorati conosciamo realmente il nostro
partner ma i lati positivi vengono ingigantiti e quelli negativi trascurati: tutto
è magico e perfetto. E soprattutto, l’innamoramento prima o poi finisce,
per cedere il passo, a volte, all’amore vero e proprio.
L’innamoramento accade, l’amore invece si sceglie, giorno per giorno.
Man mano che la storia va avanti e si conosce sempre meglio la persona di cui
ci siamo innamorati, è inevitabile infatti che accanto alle luci emergano anche
le ombre di questa persona. E la stessa scoperta la fa il nostro partner, che
impara a conoscerci meglio. È allora questo il momento in cui la relazione ci chiede
un passaggio di maturità che fa mettere in gioco appunto la nostra libertà: la
libertà di accettare l’altro fino ad amarlo per quello che è realmente e quindi
anche con i suoi difetti e i suoi limiti. Se non si fa questo importante
passaggio, rimarremo ancorati ad un’idea troppo astratta e idealistica
dell’amore. Un’idea che, probabilmente, esiste soltanto nelle favole.
Non è strano allora che la storia presto o tardi finisca, e anche in
modo improvviso. Svegliarsi e accorgersi che l’altra persona è testarda, per
esempio, e chiedersi “com’è che non me ne sono accorto prima?”,
significa il più delle volte non aver superato la fase dell’innamoramento, che
non ci fa dare il giusto peso ai limiti che l’altro magari ha sempre avuto.
Insomma, tutte le tappe di una storia sono importanti, perché ognuna ha le sue caratteristiche che la rendono unica e necessaria per costruire la relazione con una persona. Non pensiamo però che la tappa più importante sia solo l’ultima. L’innamoramento potrebbe essere una formidabile palestra dell’amore ed anche uno dei momenti fondamentali per il prosieguo della relazione. Dipende da come viene vissuto. Potrebbe dare una bella spinta per prendere lo slancio verso l’amore o potrebbe lasciarci ad un livello superficiale che ci impedisce di entrare in una relazione matura.
Insomma, tutte le tappe di una storia sono importanti, perché ognuna ha le sue caratteristiche che la rendono unica e necessaria per costruire la relazione con una persona. Non pensiamo però che la tappa più importante sia solo l’ultima. L’innamoramento potrebbe essere una formidabile palestra dell’amore ed anche uno dei momenti fondamentali per il prosieguo della relazione. Dipende da come viene vissuto. Potrebbe dare una bella spinta per prendere lo slancio verso l’amore o potrebbe lasciarci ad un livello superficiale che ci impedisce di entrare in una relazione matura.
Senza questa spinta tutto diverrebbe più difficile. È anche vero che la
spinta non basta, perché poi bisogna dare continuità al rapporto. L’amore
bisogna costruirlo: e il cammino che porta a questa meta è lungo tutta una
vita. Sono moltissime le persone che nella loro vita continuano ad
innamorarsi concludendo di volta in volta, quando l'innamoramento finisce, che
il partner non era la persona giusta ed alla successiva occasione si illudono
di aver finalmente trovato la persona ideale, il vero amore. Ma il problema è
veramente quello di trovare la persona giusta o è quello di non riuscire
veramente ad amare una persona concreta con i suoi inevitabili difetti e con i
miei limiti?
Certo amare è più impegnativo del semplice
innamorarsi, ma è anche più bello, nel senso che conduce ad una
felicità più profonda e duratura della gioia che si sperimenta durante
l'innamoramento. Tra i due c'è la stessa differenza che passa tra l'entusiasmo
che si solleva all'idea di raggiungere la vetta di una montagna che si
contempla dal basso e ci si immagina mentre la si scala, e quindi «si sogna» la
montagna ed il nostro essere arditi scalatori, e il vero e proprio salire sulla
montagna. Nella salita reale
l'entusiasmo si attenuerà, occorrerà una lunga meticolosa ed anche noiosa
preparazione, ci saranno dei momenti di fatica, si sperimenterà il
freddo, la paura, la sete e a volte si maledirà l'idea di salire in cima e
verrà la tentazione di lasciar perdere tutto e tornare a valle, ma una volta
arrivati e durante lo stesso cammino si sperimenterà una felicità profonda che
ha il sapore delle cose reali, magari talvolta aspro e amaro, ma senz' altro
più consistente e più capace di riempire lo stomaco del sapore tenue e delicato
dei sogni.
Una storia
d’amore nasce spesso dal sentire sintonia di vita e di passioni. Eppure è bene
non cercare solo le cose che uniscono, ma imparare a scoprire e amare le cose
che rendono differenti. Nel momento in cui l’amore fa irruzione nella vita, la
tentazione è di compiacersi nel fare l’elenco di tutto quel che si ha in
comune: “Tu ami la musica, e anch’io; a te piace la montagna, anche a me…”. In
realtà sono tante le cose che li distinguono: il modo di pensare, di sentire,
di credere, d’amare. Il rischio è che arrivi il giorno in cui non si
sopporteranno più queste differenze e che si dica: “Era diverso, ora è un’altra
persona”. E questo solo perché ci si era illusi che fosse una sorta di copia di
me.
L’istinto di conservazione, il bisogno di far rispettare i propri
diritti fanno si che si conosca una insoddisfazione latente pronta a
trasformarsi in conflitto aperto. Perché noi abbiamo continuamente qualcosa da
rivendicare. Invece di essere al servizio dell’altro vogliamo che l’altro sia
al nostro servizio. Abbiamo il nostro modo personale di voler essere amati e
quello che non va in quel senso diventa frustrazione intollerabile, “crudeltà
mentale”. E dal momento che l’altro prova lo stesso desiderio, si arriva ai
ferri corti.
Patner in regime di eguaglianza: questo implica che si rispettino
la personalità dell’altro, i suoi gusti, le sue aspirazioni, che non si
impongano le proprie, come se avessimo la verità in tasca, la scienza infusa[4].
Infine
una constatazione linguistica che fa pensare. «Innamorarsi» è un verbo riflessivo: io innamoro me stesso
utilizzando qualcosa come un detonatore che fa partire un'esplosione affettiva
che si consuma solo dentro di me. E’ una esplosione intensa che mi fa provare
emozioni bellissime e dolorosissime, ma comunque mi fa sentire terribilmente
vivo. Non ho quasi nessun controllo su questo processo che avviene e di cui mi
ritrovo spettatore: mi innamoro anche se non voglio, sono travolto dalla
passione anche contro ogni mia volontà; «mi innamoro» esattamente come «mi
ammalo» o «mi perdo».
«Amare», al contrario, è un verbo transitivo:
io amo qualcosa che è al di fuori di me; sono soggetto di una azione che posso
fare e non fare; l'amore è una libera scelta, l'innamoramento no.
[1] F. de La
Rochefoucauld, Massime (1665), p.102
[2] “Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la
parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è
una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e
miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di
questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con
l'attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo di amore è per la sua stessa
natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano bene
affiatati, la loro intimità perde sempre di più il suo carattere miracoloso,
finché il loro antagonismo, i loro screzi la reciproca sopportazione uccidono
ciò che resta dell'eccitamento iniziale. Eppure, all'inizio, essi non lo sanno;
scambiano l'intensità dell'infatuazione, il folle amore che li lega, per la
prova dell'intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare
l'intensità della loro solitudine”. (E.Fromm, L’arte di amare, cit. p.20-21)
[3]
“…l’amante vede l’amato attraverso le
lenti deformanti del proprio desiderio: tutto quello che si vorrebbe avere e
che non si ha; tutto quello che ci dovrebbe rendere felici e che ci manca”
(M.Marzano, L’amore è tutto, op.
cit., p.30)
[4] M.-R.
Bous, Imparare ad amare, p.27
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