Sia negli Stati
Uniti sia nei principali Paesi europei il numero di divorzi è rimasto
costante e basso fino agli anni 1960, quindi è raddoppiato fra il 1970 e il
1990 ed è continuato a salire fino al XXI secolo, quando si è fermato perché
sono diminuiti i matrimoni.
Le coabitazioni negli
Stati Uniti si sono moltiplicate per cinque fra il 1970 e il 2000, e nel 50%
dei casi coloro che coabitano si dichiarano totalmente disinteressati al
matrimonio. Il 76% degli uomini americani che si sono sposati prima del 1960 ha
avuto matrimoni durati almeno vent’anni, un traguardo raggiunto solo dal 58% di
coloro che si sono sposati negli anni 1970.
Aumenta il numero delle
coppie conviventi e dei single, ma anche per loro il rapporto di coppia è
sempre più difficile da vivere: incomprensioni, litigi, crisi sono sempre più
frequenti, mentre la durata media delle relazioni diminuisce vertiginosamente.
La fine
dell’«omogamia», per cui quasi sempre si prendevano in considerazione solo
possibili coniugi della stessa città, etnia, classe sociale ha ampliato
all’infinito le possibili scelte. E con Internet la scelta infinita è diventata
più di una metafora. Un’americana su tre oggi fa almeno un tentativo di cercare
l’amore della vita via Internet, acquisendo così l’impressione – o l’illusione
– di poter scegliere fra tutti gli uomini del mondo, non solo fra quelli che
incontra fisicamente nella sua normale vita di relazione. E, per quanto siamo
soddisfatti della persona che amiamo, il mito della scelta infinita ci dirà
sempre che da qualche parte nel mondo ce n’è una migliore che ci aspetta, forse
a distanza di un solo clic sul computer.
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