“La cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l’amore”[1]
“Tra l’innamorarsi e amare c’è molta differenza. Quando una persona si
innamora non lo fa apposta: succede. Ma per amarsi bisogna sudare, soffrire,
ridere, stare svegli, donarsi. L'amore non succede. L’amore si fa” (Francesco
Roversi)
Prima di introdurci nell’ esperienza dell’amore così come è vissuta nel
mondo odierno, sarà utile chiarire la differenza tra alcune realtà che confondiamo
con l’amore, in particolare l’infatuazione e l’innamoramento, tappe preliminari
che possono portare ad una storia d’amore.
La prima fase che solitamente ci spinge verso una persona è quella dell’infatuazione, in cui ci prendiamo la
cosiddetta cotta per qualcuno. Nell’infatuazione manca ancora una reale
conoscenza dell’altro, dei suoi interessi, dei suoi gusti, del suo modo di
essere, dei suoi progetti, della sua visione della vita. Probabilmente con
l’infatuazione non si ama qualcuno ma “qualcosa”: ci attrae
un insieme di qualità piuttosto che una persona concreta con i suoi pregi e
soprattutto i suoi limiti. L’infatuazione e l’attrazione così come nascono con
molta facilità, altrettanto facilmente scompaiono.
La tappa successiva è l’innamoramento[2]. L’attrazione
per una persona non è più legata solo all’aspetto fisico di questa o a
superficiali caratteristiche, ma per l’insieme del suo essere – modo di
pensare, di vivere e di comportarsi – visto ancora in maniera ideale,
totalmente positiva, esagerata, irreale[3]. Quando
ci innamoriamo abbiamo una visione parziale e condizionata emotivamente. A
differenza della cotta, quando siamo innamorati conosciamo realmente il nostro
partner ma i lati positivi vengono ingigantiti e quelli negativi trascurati: tutto
è magico e perfetto. E soprattutto, l’innamoramento prima o poi finisce,
per cedere il passo, a volte, all’amore vero e proprio.
L’innamoramento accade, l’amore invece si sceglie, giorno per giorno.
Man mano che la storia va avanti e si conosce sempre meglio la persona di cui
ci siamo innamorati, è inevitabile infatti che accanto alle luci emergano anche
le ombre di questa persona. E la stessa scoperta la fa il nostro partner, che
impara a conoscerci meglio. È allora questo il momento in cui la relazione ci chiede
un passaggio di maturità che fa mettere in gioco appunto la nostra libertà: la
libertà di accettare l’altro fino ad amarlo per quello che è realmente e quindi
anche con i suoi difetti e i suoi limiti. Se non si fa questo importante
passaggio, rimarremo ancorati ad un’idea troppo astratta e idealistica
dell’amore. Un’idea che, probabilmente, esiste soltanto nelle favole.
Non è strano allora che la storia presto o tardi finisca, e anche in
modo improvviso. Svegliarsi e accorgersi che l’altra persona è testarda, per
esempio, e chiedersi “com’è che non me ne sono accorto prima?”,
significa il più delle volte non aver superato la fase dell’innamoramento, che
non ci fa dare il giusto peso ai limiti che l’altro magari ha sempre avuto.
Insomma, tutte le tappe di una storia sono importanti, perché ognuna ha le sue caratteristiche che la rendono unica e necessaria per costruire la relazione con una persona. Non pensiamo però che la tappa più importante sia solo l’ultima. L’innamoramento potrebbe essere una formidabile palestra dell’amore ed anche uno dei momenti fondamentali per il prosieguo della relazione. Dipende da come viene vissuto. Potrebbe dare una bella spinta per prendere lo slancio verso l’amore o potrebbe lasciarci ad un livello superficiale che ci impedisce di entrare in una relazione matura.
Insomma, tutte le tappe di una storia sono importanti, perché ognuna ha le sue caratteristiche che la rendono unica e necessaria per costruire la relazione con una persona. Non pensiamo però che la tappa più importante sia solo l’ultima. L’innamoramento potrebbe essere una formidabile palestra dell’amore ed anche uno dei momenti fondamentali per il prosieguo della relazione. Dipende da come viene vissuto. Potrebbe dare una bella spinta per prendere lo slancio verso l’amore o potrebbe lasciarci ad un livello superficiale che ci impedisce di entrare in una relazione matura.
Senza questa spinta tutto diverrebbe più difficile. È anche vero che la
spinta non basta, perché poi bisogna dare continuità al rapporto. L’amore
bisogna costruirlo: e il cammino che porta a questa meta è lungo tutta una
vita. Sono moltissime le persone che nella loro vita continuano ad
innamorarsi concludendo di volta in volta, quando l'innamoramento finisce, che
il partner non era la persona giusta ed alla successiva occasione si illudono
di aver finalmente trovato la persona ideale, il vero amore. Ma il problema è
veramente quello di trovare la persona giusta o è quello di non riuscire
veramente ad amare una persona concreta con i suoi inevitabili difetti e con i
miei limiti?
Certo amare è più impegnativo del semplice
innamorarsi, ma è anche più bello, nel senso che conduce ad una
felicità più profonda e duratura della gioia che si sperimenta durante
l'innamoramento. Tra i due c'è la stessa differenza che passa tra l'entusiasmo
che si solleva all'idea di raggiungere la vetta di una montagna che si
contempla dal basso e ci si immagina mentre la si scala, e quindi «si sogna» la
montagna ed il nostro essere arditi scalatori, e il vero e proprio salire sulla
montagna. Nella salita reale
l'entusiasmo si attenuerà, occorrerà una lunga meticolosa ed anche noiosa
preparazione, ci saranno dei momenti di fatica, si sperimenterà il
freddo, la paura, la sete e a volte si maledirà l'idea di salire in cima e
verrà la tentazione di lasciar perdere tutto e tornare a valle, ma una volta
arrivati e durante lo stesso cammino si sperimenterà una felicità profonda che
ha il sapore delle cose reali, magari talvolta aspro e amaro, ma senz' altro
più consistente e più capace di riempire lo stomaco del sapore tenue e delicato
dei sogni.
Una storia
d’amore nasce spesso dal sentire sintonia di vita e di passioni. Eppure è bene
non cercare solo le cose che uniscono, ma imparare a scoprire e amare le cose
che rendono differenti. Nel momento in cui l’amore fa irruzione nella vita, la
tentazione è di compiacersi nel fare l’elenco di tutto quel che si ha in
comune: “Tu ami la musica, e anch’io; a te piace la montagna, anche a me…”. In
realtà sono tante le cose che li distinguono: il modo di pensare, di sentire,
di credere, d’amare. Il rischio è che arrivi il giorno in cui non si
sopporteranno più queste differenze e che si dica: “Era diverso, ora è un’altra
persona”. E questo solo perché ci si era illusi che fosse una sorta di copia di
me.
L’istinto di conservazione, il bisogno di far rispettare i propri
diritti fanno si che si conosca una insoddisfazione latente pronta a
trasformarsi in conflitto aperto. Perché noi abbiamo continuamente qualcosa da
rivendicare. Invece di essere al servizio dell’altro vogliamo che l’altro sia
al nostro servizio. Abbiamo il nostro modo personale di voler essere amati e
quello che non va in quel senso diventa frustrazione intollerabile, “crudeltà
mentale”. E dal momento che l’altro prova lo stesso desiderio, si arriva ai
ferri corti.
Patner in regime di eguaglianza: questo implica che si rispettino
la personalità dell’altro, i suoi gusti, le sue aspirazioni, che non si
impongano le proprie, come se avessimo la verità in tasca, la scienza infusa[4].
Infine
una constatazione linguistica che fa pensare. «Innamorarsi» è un verbo riflessivo: io innamoro me stesso
utilizzando qualcosa come un detonatore che fa partire un'esplosione affettiva
che si consuma solo dentro di me. E’ una esplosione intensa che mi fa provare
emozioni bellissime e dolorosissime, ma comunque mi fa sentire terribilmente
vivo. Non ho quasi nessun controllo su questo processo che avviene e di cui mi
ritrovo spettatore: mi innamoro anche se non voglio, sono travolto dalla
passione anche contro ogni mia volontà; «mi innamoro» esattamente come «mi
ammalo» o «mi perdo».
«Amare», al contrario, è un verbo transitivo:
io amo qualcosa che è al di fuori di me; sono soggetto di una azione che posso
fare e non fare; l'amore è una libera scelta, l'innamoramento no.
[1] F. de La
Rochefoucauld, Massime (1665), p.102
[2] “Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la
parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è
una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e
miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di
questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con
l'attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo di amore è per la sua stessa
natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano bene
affiatati, la loro intimità perde sempre di più il suo carattere miracoloso,
finché il loro antagonismo, i loro screzi la reciproca sopportazione uccidono
ciò che resta dell'eccitamento iniziale. Eppure, all'inizio, essi non lo sanno;
scambiano l'intensità dell'infatuazione, il folle amore che li lega, per la
prova dell'intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare
l'intensità della loro solitudine”. (E.Fromm, L’arte di amare, cit. p.20-21)
[3]
“…l’amante vede l’amato attraverso le
lenti deformanti del proprio desiderio: tutto quello che si vorrebbe avere e
che non si ha; tutto quello che ci dovrebbe rendere felici e che ci manca”
(M.Marzano, L’amore è tutto, op.
cit., p.30)
[4] M.-R.
Bous, Imparare ad amare, p.27
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