L’amore è una realtà meravigliosa,

è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!

(Benedetto XVI)



sabato 1 ottobre 2016

LE REGOLE DELL'AMORE. 1-"VORREI CAPIRE COS'E' L'AMORE"

        1-“VORREI CAPIRE COS’E’ L’AMORE”

Slide sui murales che parlano d’amore


L’amore è… brainstorming sulla parola amore (magari con “murales” o grandi cartelloni su tavoli da riempire con frasi, disegni, citazioni…): dividere in piccoli gruppi i ragazzi e invitarli a scrivere qualsiasi cosa gli venga in mente sull'amore. Condividere con il gruppo le cose scritte/disegnate e tentare di dare una definizione comune della parola amore.
Una riflessione: il bisogno di amore/amare
Faceva notare una psicologa come il motivo principale che spinge le persone a rivolgersi ai psicologi (e, potremmo aggiungere, anche ai sacerdoti) fa sempre riferimento all’amore:
Nello studio dello psicologo o dello psicanalista, di seduta in seduta, anno dopo anno, uomini e donne parlano, gridano, piangono solo di questo: d’amore. Amati male, amati troppo, non amati per se stessi o, peggio, non più amati… Ad ascoltarli, giorno dopo giorno, scopro continuamente che amare è di una complessità incredibile!
L’unica realtà che da senso alla nostra esistenza è l’amore: un bambino non amato sarà un adulto nevrotico e problematico, con grosse difficoltà ad amare e a lasciarsi amare.
Giovanni Paolo II afferma che senza l’amore l’uomo è incomprensibile: “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, rimane privo di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente”.
Benedetto XVI che all’amore ha dedicato la sua prima enciclica (“Deus Caritas est”) si è espresso con delle frasi molto incisive in merito. Fra queste una mi ha colpito particolarmente: “l’amore è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può trasformare il mondo!”.

Ancora una riflessione: amore, parola polisemantica da associare con affetto (= tenerezza, amicizia, solidarietà, calore umano, attenzioni…)
“Vorrei capire insomma che cos'è l'amore.
Dov'è che si prende, dov'è che si dà”(Lucio Dalla, Le rondini)
 
Amore. Parola dolce, impegnativa, vitale, sicuramente banalizzata ed abusata. Si può usare riferendola ad un oggetto (“amo il mio cellulare”), ad una azione (“amo ascoltare la musica”), ad un soggetto (“amo quella determinata persona”). E ben diverso è l’amore che posso avere per i genitori, per un amico, per una persona con cui ho una relazione sentimentale, per Dio.
Cosa unisce tutte queste esperienze? Cos’è veramente l’amore? E’ solo un sentimento? Coinvolge anche altre facoltà come la volontà e la ragione? E’, come spesso si pensa, sinonimo di “fare l’amore” e quindi legata unicamente all’esercizio della propria genitalità?
E ancora: è possibile amare veramente nella nostra società “liquida” e consumistica? Ogni amore è amore? Basta solo amare e seguire il proprio cuore? Ogni amore è lecito? Anche la pedofilia, l’incesto, la poligamia? E’ l’amore un’arte? Ci sono possibili insegnamenti che possiamo ricevere sull’amore? Ci sono dei veri maestri nell’arte di amare? Dio ha qualcosa da insegnarci sull’amore?
L’amore è un atto umano che, in quanto tale, coinvolge tutta la persona: gli istinti, le emozione e i sentimenti, la ragione e la volontà. L’amore implica l’armonizzazione di tutte queste dimensioni umane: ogni volta che prevale una di queste e le altre vengono negate si compiono disastri!
“Al cuor non si comanda” recita un detto popolare.  Del resto è possibile obbligare qualcuno ad amare? Se per amore si intende solo il sentimento spontaneo, c’è poco da comandare. Ma l’amore non coinvolge solo i sentimenti: l’amore è la realtà prima dell’uomo che ci coinvolge in maniera completa, dunque anche la ragione e la volontà. Del resto ogni amore umano se si regge solo sui sentimenti, come spesso avviene, è un amore effimero (“liquido” dicono i sociologi), che oggi c’è e domani chissà. Ma se io non solo sento di amare una persona, ma ho motivi validi per amarla e dunque voglio amarla, costruisco un rapporto che, se c’è reciprocità, diventa solido e profondo, che dura nel tempo senza lasciarsi usurare.

Per approfondire vedi: un corto animato dal titolo Brain Divided[1].


Si tratta di una gag simpatica, che dimostra quanto razionalità e impulsività possano entrare in conflitto nel momento in cui un uomo si ritrova ad un primo appuntamento con una donna. E’ meglio agire di impulso o ascoltare la ragione? Nel corto in questione vengono mostrati i rischi di far agire solo una dimensione a discapito dell’altra (sia la sola ragione che la sola impulsività): si creano disastri! Solo armonizzando le due dimensioni con una sorta di alleanza si arriva al fine di non far fuggire via l’oggetto del desiderio, ovvero la donna amata, con atteggiamenti troppo razionali o troppo impulsivi.
L’EMOZIONE è una reazione immediata che si produce di fronte ad una risposta. Dura poco nel tempo e si manifesta esternamente. SENTIRE DEL MIO CUORE: “Il mio cuore risponde con rapidità, dura poco e non si percepisce. Gli altri possono vedere qual è questo sentire”.
Il SENTIMENTO è piuttosto uno stato. È più persistente e profondo, e la sua manifestazione esterna molto limitata. SENTIRE DEL MIO CUORE: “Il mio cuore si rende conto di come mi sento in un determinato momento e gli altri non hanno motivo di saperlo, in quanto non si esprime nel fisico”.
L’AFFETTO non è una risposta individuale, bensì entra in gioco la relazione con l’altro in forma personale o attraverso oggetti e situazioni. Si stabiliscono legami di unione con l’altro. SENTIRE DEL MIO CUORE : “Il mio cuore è interessato, toccato, e possono nascere altri modi di sentire”.
La PASSIONE è un’esperienza molto intensa e forte, capace di trascinare la persona ad agire. Occorre chiamare in causa volontà e ragione. SENTIRE DEL MIO CUORE: “Il mio cuore è invaso e mi spinge verso un senso. Inoltre è necessario calmarlo con la ragione e guidarlo con la volontà”.



Se l’amore non è solo istinto, solo sentimento, solo sessualità e genitalità, allora cos’è? Per un cristiano il modello dell’amore più alto e più vero, l’ideale dell’amore è quello espresso da Gesù Cristo nel dare la propria vita per gli altri (“non c’è amore più grande di questo: dare la vita…” Gv.15,13). “Dio è amore” (1Gv 3,8). L’ideale dell’amore è quello divino: rivolto a tutti (nemici compresi), gratuitamente, per sempre. L’amore vero è dono e libertà: non richiede di essere contraccambiato, ma ricerca solo il bene dell’altro.
L’amore divino è quello che cerca in ogni modo il bene dell’amato, anche a discapito del proprio bene e persino della propria vita. Non c’è competizione né tanto meno opposizione tra amore umano e amore divino, c’è piuttosto l’invito a spingere sempre più avanti il confine dell’amore fino ad amare tutti, nemici compresi, ad amare fino al dono della propria vita. Dio si propone come la sorgente e l’ideale dell’amore: guardando a Lui e a quanto ci ama, ci incamminiamo verso un amore concreto e oblativo che non nega alcun amore umano, anzi lo accoglie, lo purifica e lo spinge verso orizzonti impensabili. Come ha fatto Gesù, come hanno fatto i Santi: con una pluralità di modalità, una fantasia di forme, un coraggio ammirevole, una gioia contagiosa.
Per evitare ambiguità i primi cristiani hanno coniato il termine “agape” (in latino “caritas”) per descrivere l’amore divino: un amore che viene donato e offerto come ideale ad ogni essere umano. Siamo chiamati a tendere alla perfezione divina per giungere alla nostra realizzazione o santità e siamo forniti di ogni strumento e insegnamento per non fermarci di fronte alle nostre fragilità e ai nostri errori. Per non andare in direzioni opposte.

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