1-“VORREI CAPIRE COS’E’ L’AMORE”
Slide sui murales che parlano d’amore
L’amore è… brainstorming sulla parola amore (magari con “murales”
o grandi cartelloni su tavoli da riempire con frasi, disegni, citazioni…): dividere in piccoli gruppi i ragazzi e invitarli a scrivere qualsiasi cosa gli venga in mente sull'amore. Condividere con il gruppo le cose scritte/disegnate e tentare di dare una definizione comune della parola amore.
Una riflessione: il bisogno di amore/amare
Faceva
notare una psicologa come il motivo principale che spinge le persone a
rivolgersi ai psicologi (e, potremmo aggiungere, anche ai sacerdoti) fa sempre
riferimento all’amore:
Nello
studio dello psicologo o dello psicanalista, di seduta in seduta, anno dopo
anno, uomini e donne parlano, gridano, piangono solo di questo: d’amore. Amati
male, amati troppo, non amati per se stessi o, peggio, non più amati… Ad
ascoltarli, giorno dopo giorno, scopro continuamente che amare è di una complessità
incredibile!
L’unica realtà che da senso alla nostra esistenza è l’amore: un
bambino non amato sarà un adulto nevrotico e problematico, con grosse
difficoltà ad amare e a lasciarsi amare.
Giovanni Paolo II afferma che senza l’amore l’uomo è incomprensibile:
“L’uomo non può vivere senza amore. Egli
rimane per se stesso un essere incomprensibile, rimane privo di senso se non
gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo
sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente”.
Benedetto
XVI che all’amore ha dedicato la sua prima enciclica (“Deus Caritas est”) si è espresso con delle frasi molto incisive in
merito. Fra queste una mi ha colpito particolarmente: “l’amore è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può trasformare
il mondo!”.
Ancora una riflessione: amore, parola polisemantica da associare con affetto (= tenerezza, amicizia, solidarietà, calore umano, attenzioni…)
“Vorrei
capire insomma che cos'è l'amore.
Dov'è che si prende, dov'è che si dà”(Lucio Dalla, Le rondini)
Dov'è che si prende, dov'è che si dà”(Lucio Dalla, Le rondini)
Amore. Parola
dolce, impegnativa, vitale, sicuramente banalizzata ed abusata. Si può usare
riferendola ad un oggetto (“amo il mio cellulare”), ad una azione (“amo
ascoltare la musica”), ad un soggetto (“amo quella determinata persona”). E ben
diverso è l’amore che posso avere per i genitori, per un amico, per una persona
con cui ho una relazione sentimentale, per Dio.
Cosa unisce tutte
queste esperienze? Cos’è veramente l’amore? E’ solo un sentimento? Coinvolge
anche altre facoltà come la volontà e la ragione? E’, come spesso si pensa,
sinonimo di “fare l’amore” e quindi legata unicamente all’esercizio della
propria genitalità?
E ancora: è possibile
amare veramente nella nostra società “liquida” e consumistica? Ogni amore è
amore? Basta solo amare e seguire il proprio cuore? Ogni amore è lecito? Anche
la pedofilia, l’incesto, la poligamia? E’ l’amore un’arte? Ci sono possibili
insegnamenti che possiamo ricevere sull’amore? Ci sono dei veri maestri
nell’arte di amare? Dio ha qualcosa da insegnarci sull’amore?
L’amore
è un atto umano che, in quanto tale, coinvolge tutta la persona: gli istinti,
le emozione e i sentimenti, la ragione e la volontà.
L’amore implica l’armonizzazione di tutte queste dimensioni umane: ogni volta
che prevale una di queste e le altre vengono negate si compiono disastri!
“Al cuor non si
comanda” recita un detto popolare. Del resto è possibile obbligare
qualcuno ad amare? Se per amore si intende solo il sentimento spontaneo, c’è
poco da comandare. Ma l’amore non coinvolge solo i sentimenti: l’amore è la
realtà prima dell’uomo che ci coinvolge in maniera completa, dunque anche la
ragione e la volontà. Del resto ogni amore umano se si regge solo sui
sentimenti, come spesso avviene, è un amore effimero (“liquido” dicono i
sociologi), che oggi c’è e domani chissà. Ma se io non solo sento di amare una
persona, ma ho motivi validi per amarla e dunque voglio amarla, costruisco un
rapporto che, se c’è reciprocità, diventa solido e profondo, che dura nel tempo
senza lasciarsi usurare.
Per approfondire vedi: un corto animato dal titolo Brain Divided[1].
Si tratta di una gag simpatica, che dimostra quanto razionalità e impulsività possano entrare in conflitto nel momento in cui un uomo si ritrova ad un primo appuntamento con una donna. E’ meglio agire di impulso o ascoltare la ragione? Nel corto in questione vengono mostrati i rischi di far agire solo una dimensione a discapito dell’altra (sia la sola ragione che la sola impulsività): si creano disastri! Solo armonizzando le due dimensioni con una sorta di alleanza si arriva al fine di non far fuggire via l’oggetto del desiderio, ovvero la donna amata, con atteggiamenti troppo razionali o troppo impulsivi.
Si tratta di una gag simpatica, che dimostra quanto razionalità e impulsività possano entrare in conflitto nel momento in cui un uomo si ritrova ad un primo appuntamento con una donna. E’ meglio agire di impulso o ascoltare la ragione? Nel corto in questione vengono mostrati i rischi di far agire solo una dimensione a discapito dell’altra (sia la sola ragione che la sola impulsività): si creano disastri! Solo armonizzando le due dimensioni con una sorta di alleanza si arriva al fine di non far fuggire via l’oggetto del desiderio, ovvero la donna amata, con atteggiamenti troppo razionali o troppo impulsivi.
Scheda 2.3, p.6.11.16-17 http://educazioneaffettiva.wpglauco01.glauco.it/wp-content/uploads/2016/07/incontro_scheda2.3_ragazzi.pdf
L’EMOZIONE
è una reazione immediata che si produce di fronte ad una risposta. Dura poco
nel tempo e si manifesta esternamente. SENTIRE DEL MIO CUORE: “Il mio cuore
risponde con rapidità, dura poco e non si percepisce. Gli altri possono vedere
qual è questo sentire”.
Il
SENTIMENTO è piuttosto uno stato. È più persistente e profondo, e la sua
manifestazione esterna molto limitata. SENTIRE DEL MIO CUORE: “Il mio cuore si
rende conto di come mi sento in un determinato momento e gli altri non hanno
motivo di saperlo, in quanto non si esprime nel fisico”.
L’AFFETTO
non è una risposta individuale, bensì entra in gioco la relazione con l’altro
in forma personale o attraverso oggetti e situazioni. Si stabiliscono legami di
unione con l’altro. SENTIRE DEL MIO CUORE : “Il mio cuore è interessato,
toccato, e possono nascere altri modi di sentire”.
La PASSIONE
è un’esperienza molto intensa e forte, capace di trascinare la persona ad
agire. Occorre chiamare in causa volontà e ragione. SENTIRE DEL MIO CUORE: “Il
mio cuore è invaso e mi spinge verso un senso. Inoltre è necessario calmarlo
con la ragione e guidarlo con la volontà”.
Se l’amore non è solo istinto, solo sentimento,
solo sessualità e genitalità, allora cos’è? Per un cristiano il modello
dell’amore più alto e più vero, l’ideale dell’amore è quello espresso da Gesù
Cristo nel dare la propria vita per gli altri (“non c’è amore più grande di questo: dare la vita…” Gv.15,13). “Dio è amore” (1Gv 3,8). L’ideale
dell’amore è quello divino: rivolto a tutti (nemici compresi), gratuitamente,
per sempre. L’amore vero è dono e libertà: non richiede di essere
contraccambiato, ma ricerca solo il bene dell’altro.
L’amore divino è quello che cerca in ogni modo il
bene dell’amato, anche a discapito del proprio bene e persino della propria
vita. Non c’è competizione né tanto meno opposizione tra amore umano e amore
divino, c’è piuttosto l’invito a spingere sempre più avanti il confine
dell’amore fino ad amare tutti, nemici compresi, ad amare fino al dono della
propria vita. Dio si propone come la sorgente e l’ideale dell’amore: guardando
a Lui e a quanto ci ama, ci incamminiamo verso un amore concreto e oblativo che
non nega alcun amore umano, anzi lo accoglie, lo purifica e lo spinge verso
orizzonti impensabili. Come ha fatto Gesù, come hanno fatto i Santi: con una
pluralità di modalità, una fantasia di forme, un coraggio ammirevole, una gioia
contagiosa.
Per evitare ambiguità i primi cristiani hanno
coniato il termine “agape” (in latino “caritas”) per descrivere l’amore divino:
un amore che viene donato e offerto come ideale ad ogni essere umano. Siamo
chiamati a tendere alla perfezione divina per giungere alla nostra
realizzazione o santità e siamo forniti di ogni strumento e insegnamento per
non fermarci di fronte alle nostre fragilità e ai nostri errori. Per non andare
in direzioni opposte.
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