- 1. Sulla LIBERTA’
Che ne pensate? Cosa
significa per te essere liberi?
La
libertà non è la possibilità di fare qualsiasi cosa io desideri: questa è
utopia. Noi siamo influenzati dai nostri istinti e dai nostri sentimenti, dai
nostri limiti fisici e psichici, dalla responsabilità assunta nei confronti di
altre persone, dai limiti spazio temporali, dalla cultura e dalla società… Influenzati, ma non determinati. Ascolta
cosa ha detto papa Francesco sulla libertà:
Molti vi diranno che essere liberi significa fare quello che si vuole.
Ma qui bisogna saper dire dei no. Se tu non sai dire di no, non sei libero.
Libero è chi sa dire sì e sa dire no. La libertà non è poter sempre fare quello
che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e
sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. La libertà, invece, è
il dono di poter scegliere il
bene: questa è libertà. E’ libero chi sceglie il bene, chi cerca quello
che piace a Dio, anche se è faticoso, non è facile([1]).
2a- una video-intervista doppia sulla libertà:
https://www.youtube.com/watch?v=tWpa0vPR81k
(solo primi due minuti)
Domande del video che possono essere riproposte ai
gruppi:
-
La prima cosa che pensi se ti dico libertà
-
Credi che alla tua età ci si possa sentire liberi?
-
L’essere cristiano limita la tua libertà?
2b- una canzone: “La libertà”:
“Che cos’è la libertà?
Io credevo di trovarla negli spazi
infiniti, nel decidere da solo, nell’andare dove voglio senza i limiti dei no.
Ora scopro che non trovo qua la libertà…
Ora so che fare tutto quel che mi va
e mi piace senza chiedere a nessuno, non mi da serenità…
Tu la trovi solamente se con
generosità cerchi sempre ciò che è bene, ciò che crescere ti fa e non basta
essere furbi e strappare tutti i jeans. Per riuscire a conquistarla devi farti
conquistare, devi stringerla nel cuore e cercarla nella verità…”
2c- la video-testimonianza di chi,
apparentemente, non ha la nostra stessa libertà di agire, ma ha conquistato la
sua libertà nella perseveranza e nella fede:
2d- Questionario sulla libertà
Sul sito www.qumran2.net sono molte le attività
proposte per riflettere sulla libertà. Consigliamo un questionario
che può offrire molti spunti di riflessione (nella pagina seguente è possibile
trovarne una copia semplificata):
QUESTIONARIO SULLA LIBERTA’
Prima parte. per ogni domanda scegli tre opzioni e indica
il loro livello di importanza, indicando 1°, 2° e 3° posto
IN FAMIGLIA
Mi sento libero
quando:
· non mi rompono le scatole
· sono da solo
· posso fare ciò che voglio
· nessuno mi comanda
· ho un po’ di soldi in tasca
· vengo ascoltato dalla famiglia
· alla tv guardo quello che voglio
· ascolto la musica a palla
· ho tutto quello che desidero
Mi sento oppresso quando:
· mi controllano il telefonino
· mi obbligano a venire a gruppo
· invadono la mia privacy
· mi dicono di tornare a una certa ora
· non accettano il mio modo di vestire
· non posso tenere la camera in disordine
· devo fare i lavori di casa
· non mi danno l’autorizzazione per tatuaggi/piercing/rasta…
· devo rispettare le regole
· mi fanno un sacco di domande
CON GLI AMICI
Mi sento libero quando:
· posso esprimere la mia opinione
· si fa quello che propongo io
· so darmi agli altri senza esigere di possederli
· sono al centro dell’attenzione
· mi accettano per quello che sono
· mi accorgo che ho bisogno degli altri
· non ho paura del loro giudizio
· sempre
· mai
Mi sento oppresso quando:
· mi “chiudono”
· non capiscono il mio stato d’animo
· mi cercano solo quando gli fa comodo
· mi accorgo che ho bisogno degli altri
· non riusciamo a divertirci
· sono considerato sempre il buffone del gruppo
· mi sento obbligato a pensare e fare come loro
· sempre
· mai
NELLA FEDE
Mi sento libero
quando:
· rispetto i comandamenti
· vado a messa
· posso interpretare la fede secondo il mio modo di vedere
· la Chiesa mi indica come interpretare la fede
· dico liberamente che sono credente
· discuto della mia fede con i miei amici
· posso scegliere se andare a messa
· vivo da cristiano
· mi confesso
· prego
Mi sento
oppresso quando:
· sono obbligato ad andare a messa
· prego
· rispetto i comandamenti
· la Chiesa mi indica come interpretare la fede
· mi confesso
· a gruppo c’è un incontro di preghiera
· devo vivere da cristiano
· i genitori impongono un credo
· il mio credo mi impone digiuni e sacrifici
· vedo il crocifisso in luoghi laici
A SCUOLA
Mi sento libero
quando:
· studio le materie che mi piacciono
· vado a scuola contento
· aiuto i miei compagni
· vado a scuola senza aver studiato
· posso decidere di non andare a scuola se non ho studiato
· non ho troppi compiti da fare
· gli insegnanti non rompono
· gli insegnanti sono disponibili al dialogo e al confronto
Mi sento
oppresso quando:
· qualcuno decide per me che scuola devo fare
· non mi piace quello che studio
· i miei genitori pretendono dei bei voti
· mi devo fare aiutare dai compagni
· non posso esprimere la mia opinione
Per approfondire:
La necessità di regole e di leggi
L’uomo
ha bisogno di regole e di leggi per convivere con gli altri, ma anche di darsi
delle regole (e, magari, una “regola di vita”) per convivere positivamente e
pacificamente con sé stesso: chi non riconosce di avere in sé spinte
contraddittorie e spesso nocive che con difficoltà gestiste?
I precetti e le norme morali
tranquillizzano l’essere umano che ha paura dell’incertezza, ma soprattutto
funzionano come le indicazioni stradali: se hai una meta, ti conviene seguirle
per non andare fuori strada e ritrovarti dove non volevi andare. Sono argini
che aiutano la nostra vita a defluire verso l’approdo, evitando che maree improvvise
ci facciano uscire dall’argine creando danni incalcolabili. Le norme richiedono
anche sanzioni o “punizioni” per gli eventuali trasgressori: la paura di
incorrere in tali sanzioni rinforza la nostra volontà a rispettare tali regole.
Un tempo era sufficiente la critica, l’ostilità fino al rifiuto da parte della
società, della scuola e della famiglia per chi non rispettava le regole. Anche
la chiesa aveva un ruolo importante e la minaccia di essere esclusi dalla
salvezza e destinati ad una vita dannata nell’inferno aveva ampia efficacia.
Oggi essa, al pari delle altre istituzioni, ha perso il suo potere: sembra una
vecchia nonna che propone cose di altri tempi, incapace di adeguarsi al nuovo,
di comprendere che il mondo è cambiato. Eppure di passi ne ha fatti tanti e ci
ha restituito il volto autentico di Dio che non è il giudice implacabile e un
po’ cinico che condanna i nostri errori, ma un padre e una madre che ci ama e
non smette di amarci per il fatto che noi ci comportiamo male.
Il
mondo degli affetti e della sessualità è sicuramente quello che ci tocca più
profondamente e, nel quale, le nostre scelte sono più influenzabili da istinti
e pulsioni interiori spesso ignorate da noi stessi. Per questo la gestione
dell’affetto e della sessualità richiede norme e sanzioni che ci aiutino a
regolare e controllare le nostre pulsioni e relazioni. Un tempo erano
sufficienti le regole socialmente condivise, il cui controllo era effettuato
dalla famiglia di origine, dai vicini di casa, dalla chiesa, dalla scuola o dal
mondo del lavoro, tutti fondamentalmente uniti nell’approvare e far rispettare
tali norme. Non osservarle avrebbe causato la critica, la disapprovazione,
l’ostilità fino al rifiuto da parte di esse e quindi la vergogna, la gogna e la
paura da parte dell’individuo.
Tutto
questo è svanito nel giro di pochi decenni, a partire dalla “rivoluzione
sessuale” degli anni ’60-’70, portando l’individuo a maggiore
autodeterminazione, ma non sempre a maggiore libertà.
Oggi
che la famiglia si trova spesso frantumata, disorientata, a volte ferita e
comunque imbevuta di relativismo (“sono io solo che posso decidere qual è il
mio bene e quale il mio male”), non riesce più ad essere un baluardo che indica
e fa rispettare norme e limiti. Si tende a lasciare che il bambino, in nome del
rispetto e della libertà, decida lui con cosa si vuol vestire, cosa mangiare,
cosa fare, con chi giocare… La conseguenza è un aumento dell’ansia del bambino
che ha bisogno di indicazioni e limiti, ma non li trova più da nessuna parte, e
si trasforma in un piccolo tiranno, un bamboccione che usa ogni tecnica a sua disposizione
per imporsi sui genitori.
Non
ci si può aspettare una grande collaborazione dalla scuola, la quale si limita
ad insegnare il rispetto degli altri e già fatica a fare questo. Rimane la
chiesa? Ma quanti sono ancora disposti ad ascoltare un’istituzione che ti fa
sentire ancora più in colpa o la cui voce è sopraffatta da voci più forti e più
suggestive? Non assomiglia la chiesa alle prediche dei nonni e dei genitori
anziani che vedono tutto in disfacimento e propongono regole “antiquate” e
sorpassate legate a tempi passati in cui “si stava meglio quando si stava
peggio”?
Nella nostra cultura capitalistica e consumistica si è inoltre
portati a cercare sul mercato il prodotto migliore che posso permettermi: ti
metti alla ricerca dell’affare e in questa ricerca non solo ti senti
legittimato a fare tanti assaggi, prove, ma anche, nel momento dell’acquisto,
se trovi qualcosa di meglio sei pronto a lasciare il vecchio per il nuovo.
Cerchi la persona che, con quello che puoi permetterti, può darti di più:
quella che per le sue caratteristiche fisiche, psicologiche o patrimoniali può
offrirti di più. E non accetti che tali caratteristiche si deteriorino o
risultino diverse da come apparivano. Da qui un amore “liquido”, fragile, “usa
e getta”.
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