L’amore è una realtà meravigliosa,

è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!

(Benedetto XVI)



martedì 22 novembre 2016

4. La LIBERTA' e l'amore

  • 1.    Sulla LIBERTA’
Per parlare di regole e di amore, due parole che sembrano in contraddizione tra loro, occorre innanzitutto parlare di libertà. Si è liberi quando non ci sono regole, leggi e divieti? O si è liberi quando si è in grado di raggiungere un obiettivo senza lasciarsi condizionare e bloccare da altro o da altri? Non è già una regola, comunemente accettata da tutti, che non si può amare andando contro il rifiuto dell’altro? Non si ritiene giusto rispettare la fedeltà promessa al partner e quindi sbagliata l’infedeltà? Non condividiamo tutti la condanna di chi tradisce l’amicizia provandoci con la ragazza dell’amico? Sono solo alcune delle regole “sociali” legate alla sfera affettiva e sessuale. A queste regole si aggiungono, spesso contrastate, sbeffeggiate e non rispettate, le regole morali indicate dalla chiesa nei confronti della sessualità: sono limiti (obsoleti) ad amare? La “volontà di Dio” e il messaggio cristiano sono volti a limitare l’essere umano nelle sue espressioni più coinvolgenti e belle? O vogliono piuttosto la sua libertà e la sua felicità?
Che ne pensate? Cosa significa per te essere liberi?
La libertà non è la possibilità di fare qualsiasi cosa io desideri: questa è utopia. Noi siamo influenzati dai nostri istinti e dai nostri sentimenti, dai nostri limiti fisici e psichici, dalla responsabilità assunta nei confronti di altre persone, dai limiti spazio temporali, dalla cultura e dalla società… Influenzati, ma non determinati. Ascolta cosa ha detto papa Francesco sulla libertà:
Molti vi diranno che essere liberi significa fare quello che si vuole. Ma qui bisogna saper dire dei no. Se tu non sai dire di no, non sei libero. Libero è chi sa dire sì e sa dire no. La libertà non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. La libertà, invece, è il dono di poter scegliere il bene: questa è libertà. E’ libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso, non è facile([1]).

2a- una video-intervista doppia sulla libertà:
Domande del video che possono essere riproposte ai gruppi:
-          La prima cosa che pensi se ti dico libertà
-          Credi che alla tua età ci si possa sentire liberi?
-          L’essere cristiano limita la tua libertà?
2b- una canzone: “La libertà”:
“Che cos’è la libertà?
Io credevo di trovarla negli spazi infiniti, nel decidere da solo, nell’andare dove voglio senza i limiti dei no. Ora scopro che non trovo qua la libertà…
Ora so che fare tutto quel che mi va e mi piace senza chiedere a nessuno, non mi da serenità…
Tu la trovi solamente se con generosità cerchi sempre ciò che è bene, ciò che crescere ti fa e non basta essere furbi e strappare tutti i jeans. Per riuscire a conquistarla devi farti conquistare, devi stringerla nel cuore e cercarla nella verità…”
2c- la video-testimonianza di chi, apparentemente, non ha la nostra stessa libertà di agire, ma ha conquistato la sua libertà nella perseveranza e nella fede:
2d- Questionario sulla libertà
Sul sito www.qumran2.net sono molte le attività proposte per riflettere sulla libertà. Consigliamo un questionario che può offrire molti spunti di riflessione (nella pagina seguente è possibile trovarne una copia semplificata):


QUESTIONARIO SULLA LIBERTA’

Prima parte. per ogni domanda scegli tre opzioni e indica il loro livello di importanza, indicando 1°, 2° e 3° posto



IN FAMIGLIA

Mi sento libero quando:
·     non mi rompono le scatole
·     sono da solo
·     posso fare ciò che voglio
·     nessuno mi comanda
·     ho un po’ di soldi in tasca
·     vengo ascoltato dalla famiglia
·     alla tv guardo quello che voglio
·     ascolto la musica a palla
·     ho tutto quello che desidero

Mi sento oppresso quando:
·     mi controllano il telefonino
·     mi obbligano a venire a gruppo
·     invadono la mia privacy
·     mi dicono di tornare a una certa ora
·     non accettano il mio modo di vestire
·     non posso tenere la camera in disordine
·     devo fare i lavori di casa
·     non mi danno l’autorizzazione per tatuaggi/piercing/rasta…
·     devo rispettare le regole
·     mi fanno un sacco di domande

CON GLI AMICI

Mi sento libero quando:
·     posso esprimere la mia opinione
·     si fa quello che propongo io
·     so darmi agli altri senza esigere di possederli
·     sono al centro dell’attenzione
·     mi accettano per quello che sono
·     mi accorgo che ho bisogno degli altri
·     non ho paura del loro giudizio
·     sempre
·     mai

Mi sento oppresso quando:
·     mi “chiudono”
·     non capiscono il mio stato d’animo
·     mi cercano solo quando gli fa comodo
·     mi accorgo che ho bisogno degli altri
·     non riusciamo a divertirci
·     sono considerato sempre il buffone del gruppo
·     mi sento obbligato a pensare e fare come loro
·     sempre
·     mai

NELLA FEDE

Mi sento libero quando:
·       rispetto i comandamenti
·       vado a messa
·       posso interpretare la fede secondo il mio modo di vedere
·       la Chiesa mi indica come interpretare la fede
·       dico liberamente che sono credente
·       discuto della mia fede con i miei amici
·       posso scegliere se andare a messa
·       vivo da cristiano
·       mi confesso
·       prego

Mi sento oppresso quando:
·       sono obbligato ad andare a messa
·       prego
·       rispetto i comandamenti
·       la Chiesa mi indica come interpretare la fede
·       mi confesso
·       a gruppo c’è un incontro di preghiera
·       devo vivere da cristiano
·       i genitori impongono un credo
·       il mio credo mi impone digiuni e sacrifici
·       vedo il crocifisso in luoghi laici

A SCUOLA

Mi sento libero quando:
·     studio le materie che mi piacciono
·     vado a scuola contento
·     aiuto i miei compagni
·     vado a scuola senza aver studiato
·     posso decidere di non andare a scuola se non ho studiato
·     non ho troppi compiti da fare
·     gli insegnanti non rompono
·     gli insegnanti sono disponibili al dialogo e al confronto

Mi sento oppresso quando:
·     qualcuno decide per me che scuola devo fare
·     non mi piace quello che studio
·     i miei genitori pretendono dei bei voti
·     mi devo fare aiutare dai compagni
·     non posso esprimere la mia opinione



Per approfondire:
La necessità di regole e di leggi
L’uomo ha bisogno di regole e di leggi per convivere con gli altri, ma anche di darsi delle regole (e, magari, una “regola di vita”) per convivere positivamente e pacificamente con sé stesso: chi non riconosce di avere in sé spinte contraddittorie e spesso nocive che con difficoltà gestiste?
I precetti e le norme morali tranquillizzano l’essere umano che ha paura dell’incertezza, ma soprattutto funzionano come le indicazioni stradali: se hai una meta, ti conviene seguirle per non andare fuori strada e ritrovarti dove non volevi andare. Sono argini che aiutano la nostra vita a defluire verso l’approdo, evitando che maree improvvise ci facciano uscire dall’argine creando danni incalcolabili. Le norme richiedono anche sanzioni o “punizioni” per gli eventuali trasgressori: la paura di incorrere in tali sanzioni rinforza la nostra volontà a rispettare tali regole. Un tempo era sufficiente la critica, l’ostilità fino al rifiuto da parte della società, della scuola e della famiglia per chi non rispettava le regole. Anche la chiesa aveva un ruolo importante e la minaccia di essere esclusi dalla salvezza e destinati ad una vita dannata nell’inferno aveva ampia efficacia. Oggi essa, al pari delle altre istituzioni, ha perso il suo potere: sembra una vecchia nonna che propone cose di altri tempi, incapace di adeguarsi al nuovo, di comprendere che il mondo è cambiato. Eppure di passi ne ha fatti tanti e ci ha restituito il volto autentico di Dio che non è il giudice implacabile e un po’ cinico che condanna i nostri errori, ma un padre e una madre che ci ama e non smette di amarci per il fatto che noi ci comportiamo male.
Il mondo degli affetti e della sessualità è sicuramente quello che ci tocca più profondamente e, nel quale, le nostre scelte sono più influenzabili da istinti e pulsioni interiori spesso ignorate da noi stessi. Per questo la gestione dell’affetto e della sessualità richiede norme e sanzioni che ci aiutino a regolare e controllare le nostre pulsioni e relazioni. Un tempo erano sufficienti le regole socialmente condivise, il cui controllo era effettuato dalla famiglia di origine, dai vicini di casa, dalla chiesa, dalla scuola o dal mondo del lavoro, tutti fondamentalmente uniti nell’approvare e far rispettare tali norme. Non osservarle avrebbe causato la critica, la disapprovazione, l’ostilità fino al rifiuto da parte di esse e quindi la vergogna, la gogna e la paura da parte dell’individuo.
Tutto questo è svanito nel giro di pochi decenni, a partire dalla “rivoluzione sessuale” degli anni ’60-’70, portando l’individuo a maggiore autodeterminazione, ma non sempre a maggiore libertà.
Oggi che la famiglia si trova spesso frantumata, disorientata, a volte ferita e comunque imbevuta di relativismo (“sono io solo che posso decidere qual è il mio bene e quale il mio male”), non riesce più ad essere un baluardo che indica e fa rispettare norme e limiti. Si tende a lasciare che il bambino, in nome del rispetto e della libertà, decida lui con cosa si vuol vestire, cosa mangiare, cosa fare, con chi giocare… La conseguenza è un aumento dell’ansia del bambino che ha bisogno di indicazioni e limiti, ma non li trova più da nessuna parte, e si trasforma in un piccolo tiranno, un bamboccione che usa ogni tecnica a sua disposizione per imporsi sui genitori.
Non ci si può aspettare una grande collaborazione dalla scuola, la quale si limita ad insegnare il rispetto degli altri e già fatica a fare questo. Rimane la chiesa? Ma quanti sono ancora disposti ad ascoltare un’istituzione che ti fa sentire ancora più in colpa o la cui voce è sopraffatta da voci più forti e più suggestive? Non assomiglia la chiesa alle prediche dei nonni e dei genitori anziani che vedono tutto in disfacimento e propongono regole “antiquate” e sorpassate legate a tempi passati in cui “si stava meglio quando si stava peggio”?
Nella nostra cultura capitalistica e consumistica si è inoltre portati a cercare sul mercato il prodotto migliore che posso permettermi: ti metti alla ricerca dell’affare e in questa ricerca non solo ti senti legittimato a fare tanti assaggi, prove, ma anche, nel momento dell’acquisto, se trovi qualcosa di meglio sei pronto a lasciare il vecchio per il nuovo. Cerchi la persona che, con quello che puoi permetterti, può darti di più: quella che per le sue caratteristiche fisiche, psicologiche o patrimoniali può offrirti di più. E non accetti che tali caratteristiche si deteriorino o risultino diverse da come apparivano. Da qui un amore “liquido”, fragile, “usa e getta”.




[1] Papa Francesco, omelia per il Giubileo dei ragazzi, 24 aprile 2016

Nessun commento:

Posta un commento